Delitto Rea: indizi inequivoci e convincenti


L’Aquila – LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA DI CONDANNA A 30 ANNI – Gli indizi sulla colpevolezza di Salvatore Parolisi sono “consistenti, cioe’ resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili e convincenti”. E dunque è ancora una volta confermato che in Italia si può ricevere la condanna più pesante in base ad indizi che convincano i giudici. Nei paesi anglosassoni nessuna condanna può essere comminata in assenza di prove. E’ una delle differenze profonde tra sistemi giudiziari.
Le parole sugli inidizi a carico di Paolisi, rende noto l’AGI, sono dei giudici della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila in uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza, depositata oggi, con la quale l’ex caporalmaggiore dell’esercito era stato condannato a 30 anni di reclusione, lo scorso primo settembre per l’omicidio della moglie Melania Rea. La giovane donna di Somma Vesuviana fu uccisa con trentacinque coltellate, il 18 aprile 2011, nel boschetto delle Casermette, a Ripe di Civitella. Il 26 ottobre 2012 l’imputato, che si e’ sempre proclamato innocente, era stato condannato all’ergastolo dal gup del Tribunale di Teramo.
All’ex caporalmaggiore, pur essendogli state riconosciute le aggravanti, la Corte riformulo’ il capo di imputazione facendo venire meno l’accusa di vilipendio. “Nel caso in esame – si legge nelle motivazioni – la regola di giudizio va necessariamente posta in relazione con l’indubbio carattere indiziario del compendio probatorio raccolto nel giudizio di primo grado”. La Corte rileva, inoltre, riferendosi agli indizi, che “precisi sono quelli non generici e non suscettibili di diversa interpretazione altrettanto o piu’ verosimile e, percio’ non equivoci; concordanti sono quelli che non contrastano tra loro e piu’ ancora con altri dati o elementi certi”. Parolisi e’ attualmente detenuto nel carcere di Teramo. I legali hanno confermato, come si seppe subito dopo il processo a L’Aquila, ricorso in Cassazione.


23 Dicembre 2013

Categoria : Cronaca
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