In Abruzzo, 656 euro mensili in media per le pensioni? Criticità già segnalate dall’Ocse


(di Flavio Colacito – psicopedagogista). Il 26 novembre scorso l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha sottolineato un dato molto importante sulla situazione pensionistica generale, ovvero che “L’adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema”, questo nel suo rapporto “Pension at the glance 2013″. L’analisi riguarda principalmente le pensioni di quei lavoratori che attualmente sono precari, oppure appartenenti a quella categoria degli atipici e con bassi salari, con pochi diritti e tutele previdenziali, fenomeno riguardante in particolare l’Italia alle prese con un sistema schiacciato tra il lavoro – precario – che non c’è più e quello mal retribuito, come per esempio nei call center. Ma il problema riguarda, complessivamente, anche chi entra ora nel mercato del lavoro, categoria, quest’ultima, che comunque ha più o meno lo stesso futuro in tutti quei paesi che hanno fatto le riforme, perché mediamente i contributi dei neolavoratori sono e saranno più bassi rispetto al passato. Sotto la lente d’ingrandimento vi sarebbe “il metodo contributivo” e l’assenza di pensioni sociali, tuttavia dall’altro lato però l’Ocse non disprezzerebbe la riforma Fornero, che ha stabilizzato la spesa, “un passo importante per garantire la sostenibilità finanziaria della spesa” del paese, anche se, leggendo il rapporto dell’organismo internazionale, a prescindere dalla riforma, permarrebbe ancora bassa l’età effettiva di addio al lavoro “soprattutto se esistono meccanismi che consentono ai lavoratori di lasciare il mercato del lavoro in anticipo”, in quanto solo entro il 2021 si arriverà all’età pensionabile a 67 anni. Ad esaminare altri dati, inoltre sarebbe evidente uno squilibrio sui redditi da pensione: in Italia gli over 65 anni hanno guadagnato in media 23.306 dollari l’anno, sopra la media Ocse di 21.480 dollari e sarebbe anche sceso il tasso di povertà tra gli anziani, anche se in Italia i contributi previdenziali sono, come ben sanno i datori di lavoro, i più alti dell’area Ocse. Risultato: in Italia le pensioni, conti alla mano, attualmente sono più basse per i lavoratori che cessano per anzianità la loro attività, mentre per i precari si profilano scarse possibilità di reddito pensionistico, in alcuni casi nessuna pensione. Se per i futuri pensionati si profilano tempi duri, quelli che in pensione già ci stanno non godono certo di un trattamento in linea con il costo della vita, acuitosi a seguito della crisi economica, tanto che In Abruzzo – in base all’ultimo bilancio sociale Inps – l’importo medio delle pensioni è di 656 euro. Tale cifra s riferisce al bilancio sociale dell’Inps del 2012. La somma totale delle pensioni pagate è stata di 3 miliardi e 484 milioni di euro. Gli importi pagati a sostegno del reddito ammontano a 380 milioni e 412 mila euro, tra quest’ultimi 178 milioni e 655 mila euro per indennità di disoccupazione, 45 milioni e 978 mila euro per indennità di mobilità, 75 milioni e 694 mila euro per indennità di malattia, 80 milioni e 84 mila euro per cassa integrazione guadagni. Nel settore pubblico, le 69.702 pensioni Inpdap segnano un importo medio annuo pari a 21.882 euro per un ammontare complessivo in un anno di oltre un miliardo e mezzo di euro.


23 Dicembre 2013

Categoria : Economia
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