Provincia allo sbando, politica sfrontata


La Provincia dell’Aquila non è tra gli enti di cui è stata vigorosamente (ma a parole) decretata la morte, possibilmente per fame e sete, a base di tagli di risorse. La Provincia dell’Aquila è già morta di suo, anzi l’hanno uccisa. In queste ore si inseguono, tristi e desolanti, notizie di dimissioni e polemiche, scontri tra gruppi e gruppuscoli, arrivismi spinti all’ennesima potenza, e persino – non certo inaspettata – la “notizia” dell’evaporazione del presidente Antonio Del Corvo. Se ne va perché vuole candidarsi alla Regione. Nessuno piangerà in Provincia, specie tra i precari che ha crudelmente e ruvidamente rovinato, dopo una storia dell’ente che, con Del Corvo, non ha certo brillato. Caso mai, hanno tintinnato manette e brulicato finanzieri e poliziotti. Malcontento, sfiducia, disperazione.
Province alla sbando in Italia, senza neppure più i soldi per pagare le bollette nelle scuole. O per le toppe di asfalto lungo le strade. L’Italia imbelle e sempre gelatinosa non ha saputo imporsi dicendo: le province le chiudiamo davvero. Chi ci lavora, sarà trasferito altrove. I compiti spetteranno a Tizio e a Caio. Punto e basta. Oppure: le province saranno mantenute e messe in grado di funzionare.
L’Italia è fumosa, contraddittoria, voltagabbana, ambigua. Ma la Provincia dell’Aquila è tutto ciò moltiplicato per due, e ora c’è chi fugge, c’è chi si arrabatta per trarne profitto, chi sale sui carri dei (presunti) vincitori, chi alza polvere per farsi largo, chi gioca al tanto peggio, tanto meglio. Un florilegio indecoroso, la prova più lampante della sfrontatezza incurabile della politica gestita nel peggiore dei modi. Se ne ricordino gli elettori, per tutti coloro che tra i protagonisti di questo declino morale, di questa macelleria sociale, sceglieranno di candidarsi, ovunque lo facciano, e sotto qualsiasi insegna.



19 Dicembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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