Rapporto di Confindustria sugli effetti della crisi: il 2014 si avvia con pesanti danni


(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista).”L’Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra”. E’ quanto si evince nel rapporto del Centro studi di Confindustria, secondo il quale “l’uso del termine ripresa per descrivere il probabile aumento dell’attivita” produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio e’ per molti versi improprio”. “Sul piano politico e sociale – continua Confindustria – e’ derisorio nei confronti di quanti, imprenditori e lavoratori, a lungo resteranno in difficolta’”. “La profonda recessione dell’economia italiana, la seconda in sei anni, e’ finita, ma i suoi effetti no”. Questo quanto si rende noto nel rapporto del Centro studi di Confindustria. Secondo l’associazione degli industriali, “il percorso di risalita sara’ lento e difficile: la ridotta capacita’ produttiva, intaccata dalla prolungata della domanda interna, rappresentera’ una zavorra nella fase di ripartenza”. “Il Pil potrebbe tornare positivo a partire dal trimestre finale del 2013″, prevede Confindustria, “tuttavia esistono rischi al ribasso, tanto che viene presentato uno scenario alternativo, piu” pessimistico e non ipotetico, nel quale la risalita del Pil si interrompe gia’ nel 2015 e il peso del debito pubblico e’ piu’ elevato”. “Il Paese ha subito un grave arretramento ed e’ diventato piu’ fragile anche sul fronte sociale”. E’ quanto si legge nel rapporto del Centro studi di Confindustria. L’andamento del Pil italiano restera’ negativo a -1,8% quest’anno per poi risalire a +0,7% il prossimo. La crescita del prodotto interno lordo dovrebbe attestarsi a +1,2% nel 2015. “Si puo’ accelerare il ritmo dell’economia con le riforme: secondo uno studio dell’Fmi, se pienamente attuati, gli interventi varati nel 2011 e 2012 possono elevare di un punto di Pil percentuale la crescita dell’Italia”, si legge nel rapporto del Centro Studi di Confindustria. Nel 2014 dovrebbe “arrestarsi l’emorragia occupazionale” e il tasso di disoccupazione “si stabilizza oltre il 12%”. Le retribuzioni “mantengono il potere d’acquisto: va rilevato che il loro andamento e’ slegato da quello della disoccupazione”. “L’andamento dell’economia fa centrare l’obiettivo dei conti pubblici fissato per il 2014 (con il deficit al 2,7% del Pil) non quello per il 2015 (2,4%)”. “Il saldo strutturale continua ad avvicinarsi al pareggio (1,0% del Pil tra due anni) nonostante l’ampio avanzo primario (4,5% del Pil al netto del ciclo, mezzo punto meno di quanto stimato tre mesi fa”. Confindustria fa notare che questo risultato e’ stato ottenuto “varando manovre per complessivi 109 miliardi (6,9% del Pil) dal 2009 in poi. Di cui 3 punti di maggiori entrate e 3,9% di minori spese”. “Il debito pubblico, al netto dei sostegni europei e in rapporto al Pil, sale ancora nel 2014 (al 129,8%) per poi iniziare a flettere nel 2015 (128,2%). Una flessione – dovuta principalmente -a un punto di privatizzazioni e dimissioni omogeneamente distribuiti”, illustra ancora il rapporto del Centro studi di Confindustria. “La pressione fiscale scende marginalmente nel 2014 (43,9% del Pil) dopo aver toccato il record nel 2013 (44,3%). Lo prevede Confindustria nel rapporto del Centro studi. Secondo l’associazione degli industriali, “per far ripartire il Paese piu” rapidamente” si deve agire “riallocando risorse a favore della competitivita’ e della domanda interna”. Il Csc rileva anche “il pesante fardello della tassazione accompagnata ad una altissima evasione: eliminando quest’ultima si potrebbero tagliare e mettere le aliquote e mettere in tasca ai dipendenti 1.415 euro e alle imprese 1.711 per addetto”.


19 Dicembre 2013

Categoria : Economia
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.