Il “mininumber one” tuona su Preturo


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – L’AEROPORTO FUNZIONA E VUOL DIMOSTRARE DI AVERE CARTE IN REGOLA – (Foto: panorama dello scalo, il benvenuto a chi arriva e – tre anni fa – pattinatori sulla pista vuota e deserta) – Poco prima delle 14 l’aereo Ciampino-L’Aquila è atterrato a Preturo. Tutto bene, solo una marea di intoppi e pasticci, compreso… il cambio di aeroporto a Roma. Da Fiumicino a Ciampino. Il volo è durato poco più di 20 minuti, una meraviglia e splendidi scorci di paesaggio dall’alto. Una data storica. Riflettiamoci un poco sopra.
Zero moltiplicato zero, uguale zero. Ma anche uno moltiplicato zero, dà come risultato zero. Dunque un volo per e dall’aeroporto dell’Aquila equivale a niente. Il ragionamento non fa una grinza. A che scopo inaugurare i voli, come avviene in pompa magna a Preturo, se voli per ora non ce ne sono?
Ci saranno, assicura XPress ancora una volta. Voliamo e scarrozziamo nel cielo fra Fiumicino e il cratere aquilano vip e raccontatori (i giornalisti) solo per dimostrare che lo scalo aereo è utilizzabile, è una struttura in grado di funzionare. Ha le carte, i timbri, gli ok romani, gli assensi, i consensi, i sì, e funzionerà. Prima o poi. A marzo del 2014 dei velivoli dovrebbero decollare portando merci e persone. La famosa linea per Milano (pare sia molto auspicata anche dalle aziende che operano a L’Aquila e c’è da crederci), ma forse anche qualche altra.
Una cosa certa è invece che per l’aeroporto sono stati spesi soldi, assunte 60 persone per ora dislocate altrove, e realizzate strutture. Sono lì, tangibili e reali. Non le avranno fatte per lasciarle marcire tra gelo, brine campagnole, stagni, erbacce. E vedrete che prima o poi verranno fuori aree commerciali o magari, come si è detto, anche un’area fieristica. Un’idea mica male.
Un po’ di fiducia, una spolverata di ottimismo, un consenso di incoraggiamento sono doverosi anche da parte degli scettici (quasi tutti gli aquilani). Né vogliamo sottrarci noi, che sull’aeroporto abbiamo sempre mantenuto un sano dubbio, un cauto distacco rispetto agli annunci frettolosi e un po’ ridicoli che si sono susseguiti durante molti mesi. Il buonsenso vuole che degli annunci si faccia a meno il più possibile, limitandosi a sciorinare le cose fatte, ma non è lo stile della politica.
La storia dello scalo di Preturo è pure la storia della più grande incompiuta aquilana, anche rispetto alla desolante bufala della metropolitana, che non ha solo vent’anni – come scrivono giornalisti forse troppo giovani – ma almeno una quarantina. L’abbiamo vissuta dal momento iniziale, anche camminando per anni a piedi lungo la stradina tra i rovi che per decenni era “la via per l’aeroporto”. Due auto si incrociavano a fatica, ed era facile incontrare delle vacche o delle pecore. In aria sputacchiavano i famosi piccoli aerei dei tempi di Corrado Ruggeri, o di quando arrivava per fare volo a vela un tizio enorme, un tale Bud Spencer, già campione di nuoto alla piscina comunale aquilana.
Il sogno aquilano era, da … poco dopo i fratelli Wright, un aeroporto. Ora dicono che ci sia, e il 19 dicembre atterra e decolla con aereo vero. Ma più ancora, aggiungono convinti che i voli di linea ci saranno davvero. Tanti si sono spesi per arrivare a questo, e sicuramente in cuor suo il sindaco Cialente e la sua assessore Iorio desiderano come e più di tutti gli altri aquilani che L’Aquila rinata abbia veramente il suo aeroporto. Vogliamo rovinare la festa? Non sia mai detto. E allora, mettiamoci anche noi seduti nell’affollata cavea degli speranzosi. E’ un dovere per tutti spingere il carro in salita, in discesa non ce n’è bisogno. Ben arrivato, aereo numero 1. Dimentichiamo quello che volò per la Sardegna un paio di anni fa, e non potè rientrare per i problemi subito spuntati nello scalo.
Rimettere in piedi la città sottintende anche un minimo di tolleranza e di cooperazione. Se gli aquilani vorranno garantirla (anche comperando dei biglietti per volare, ovvio), nel tempo ragionevole e pietoso che medica tutte le piaghe, domani, per chi verrà le cose andranno meglio. Non può esserci più buio che a mezzanotte, e la nostra è già scoccata da un pezzo. E’ ora che l’alba balugini a Oriente.


19 Dicembre 2013

Categoria : Cronaca
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