Forconi, Cospa e radio stalla
Scegliere Dino Rossi di Ofena come rappresentante abruzzese del Movimento dei Forconi è stato un atto conseguente. Se c’è uno nel mondo agricolo abruzzese che da almeno tre anni impugna (simbolicamente) il forcone per infilzare di qua e di là , è Rossi. Lui, il Cospa che ha fondato e la incomprimibile radio stalla di cui spesso parla, sono una presenza assidua, ormai anche sui giornali che all’inizio facevano finta di nulla, e spesso anche una specie di oracolo campestre. Cento volte Rossi ha detto prima degli altri, quello che poi tutti hanno detto. Evidentemente, aveva ragione e intuito da vendere.
Ora il riconoscimento, e speriamo che non sia l’imbocco di una strada che porta nel tempo alla politica. Non vorremmo ritrovarci il solito personaggio che, sotto sotto, puntava a incarichi e medagliette. Conoscendo l’uomo, c’è da giurare che non è così. Rossi è un combattente, uno che lavora e vive in campagna, si fa chiamare Conta Dino, fa formaggi e miele, ara, dissoda, semina, pota, non si sognerebbe mai di lasciare la sua Ofena dai dorati chicchi d’uva e dalle olive buone come quelle greche. O di più. Forcone lui lo è sempre stato, prima che nascesse il movimento. Cervello fino e coraggio da stendere al Sole. Uno che non molla e non demorde. Che si tratti di condurre un trattore come un mezzo da sbarco o di pigiare sulla tastiera del computer, dopo il lavoro, per sparare comunicati e note condite con l’ironia. E con la forza dei fatti. Un giornalista di radio stalla, un rompicoglioni della prima ora, di quelli che dovrebbero essere centomila, in questa Italia derelitta e allo sbando. Forza Dino. Il forcone non serve solo in campagna.
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