“Basta con la macellazione dell’Italia”


Ofena – Dino Rossi, fondatore del Cospa allevatori d’Abruzzo, invia al premier Letta una schietta loettera aperta. Eccola:
“Caro Letta, abbiamo appreso dai mass-media, una sua recente dichiarazione sulla manifestazione dei forconi, con la citazione“ i forconi minoranza non rappresentano il paese”. Questa frase ha fatto alzare il tono e la rabbia della gente che è scesa in strada a manifestare.
La gente, come me, non ne può più di assistere a questa lenta e inesorabile macellazione dell’Italia, a questi giochetti politici subdoli ai danni dei contribuenti, degli imprenditori che faticano sempre di più a pagare le tasse, dei giovani che hanno perso ogni forma di orientamento a un lavoro sempre più fatiscente, degli anziani, che dopo una vita di lavoro e duri sacrifici si trovano a dover sopravvivere con meno di 500€ al mese, degli esodati, che per un “piccolo errore di calcolo” dei suoi colleghi si sono trovati senza un lavoro e senza una pensione, non ne possiamo più della Vostra burocrazia che schiaccia le aziende, delle Vostre banche usuraie, della misera attenzione che la Vostra politica riserva ai problemi delle piccole e medie imprese, da un’equitalia killer, colpevole e complice di diversi suicidi.
Le nostre aziende non reggeranno ancora per molto la Vostra tassazione assurda, volta solo a mantenere i costi ancora più assurdi di questa Vostra assurda pseudo-politica. Sotto casa sua, nelle terre marsicane hanno chiuso i battenti molte aziende, riportiamo alcune: Maccaferro 150 operai, La cartiera 400 operai, Vepar 80 operai, Presider 120 operai, Maicron circa 1.000, zuccherificio 400 operai che si aggiunge all’indotto agricolo. Molte altre, quelle che avevano la possibilità, sono emigrate fuori dall’Italia.
Questa cecità politica e lontananza dalla realtà ha creato una disoccupazione mai vista e la mancanza di futuro per i nostri giovani. Nonostante ciò, Lei si rivolge con disprezzo verso chi lavora, verso chi produce reddito, verso chi paga le tasse per far ingozzare Lei e i suoi colleghi, con il sudore di noi poveri, disperati e inascoltati. Un buon padre di famiglia, caro Letta, anzi, caro concittadino visto che proveniamo della stessa provincia Aq, peraltro territorio svantaggiato per vicissitudini varie, avrebbe dovuto aiutare il figlio più debole, per potarlo alla pari di quello più robusto capace di superare le difficoltà della vita.
Avrebbe dovuto avere un occhio di riguardo a quella gente che, per colpa Sua e di quelli come Lei che per anni avete bivaccato nei palazzi romani, percependo tra l’altro stipendi e indennità da capogiro PAGATI DALLE TASSE DI QUELLI CHE OGGI MANIFESTANO IN TUTTE LE PIAZZE D’ITALIA!!!!! Pur essendo i parlamentari più pagati della terra, avete portato la nostra bella Italia alla deriva, e nonostante tutto, seguitate a chiudere occhi ed orecchie, verso chi vi sfama. Si rilegga un po’ la storia di Roma, di quando il popolo insorsero, con a capo Menenia Agrippa, contro i ricchi che mangiavano e si ingozzavano, lasciando ai cittadini che poche briciole. In ultimo vorrei rivolgerle, un piccolo consiglio da buon allevatore, Le voglio insegnare una cosa: l’allevatore nutre le proprie bestie meglio che può, cerca di farle stare bene, perché poi queste lo ripagano con una buona resa di latte. Il latte venduto permette l’approvvigionamento del mangime per i mesi che dovranno susseguirsi per il nutrimento delle stesse, ma permette anche al padrone di fare un vita agiata. Se l’allevatore non nutre bene i propri animali, quando vuole mungere, le mammelle sono vuote, crea un trauma agli animali che si ribellano e invece del latte si prende un bel calcio sui denti
A quanto pare i governi che si sono susseguiti non sono stati dei buon allevatori, ma Lei li supera tutti, vuole ancora seguitare a mungere nonostante le mammelle siano vuote. Un consiglio: attento ai denti! Una cosa è certa, che se tutti convoglieranno tutti verso Roma per destabilizzare un governo tra l’altro illegittimo, l’Abruzzo ci sarà al completo, visto le telefonate che mi stanno arrivando questi giorni da tutte le provincie, di agricoltori di padri di famiglia che non arrivano alla fine del mese, da giovani che si vedono un futuro buio.
Se continua a dire che i manifestanti sono pochi, allora provvederemo ad aumentarli, a Roma ci porteremo le nostre vacche. Non ci potrebbe essere spettacolo migliore di una mandria di mucche inferocite tra le vie romane!! Trasformeremo la città di Roma, la renderemo simile a Pamplona, con la speranza che qualche mucca infila le sue corna in quel posto chi seguita a dare dei mafiosi e a chi si sta infiltrando con dichiarazioni ad hoc, per distruggere questa manifestazione che arriva da un popolo alla deriva”.


14 Dicembre 2013

Categoria : Cronaca
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