L’Aquila, il buio oltre le macerie
L’Aquila – Abbiamo affidato alla fotocamera alcune sensazioni che L’Aquila notturna suscita in chi vi torna, o vi soggiorna, e tenta di riconquistare una normalità recandosi in centro. Non c’è da sorridere, ma da cercare il presente riedificato sul passato e sui ricordi. E’ inutile farlo? Giudicate voi. Come sempre, le immagini parlano e non c’è bisogno di grandi commenti, neppure di piccoli commenti. Solo qualche domanda: perché si lasciano nel buio più profondo le strade laterali del corso principale? Sono cataratte verso il niente, e amplificano la sensazione di abbandono, oltre che dare una mano ai ladri e ai predoni. Sempre che ci sia ancora qualcosa da depredare in una ex città che è stata saccheggiata casa per casa, tra inutili postazioni militari a guardia del nulla come nel deserto dei Tartari.
Se le strade secondarie fossero illuminate anche sommariamente, forse qualche furto avremmo potuto risparmiarlo alla popolazione beffeggiata e umiliata da inutili, gravissime omissioni. Qualche faretto volante, qualche luce qua e là . Ma il buio assoluto è intollerabile. Incomprensibile specialmente notando che alcune strade, come via Verdi, pur deserte e colpite come le altre, sono decentemente illuminate. Difficile comprendere il perché di certe scelte e il persistere di certe lacune dolorose.
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