Io la penso così – Voterò Civati ma non lo dico
(di Stefano Leone) – Negli ultimi tempi, spesso mi è capitato di sentire urla e grida verso quel non tanto raro esercizio di doppio incarico nella politica. Parlamentare e sindaco, Consigliere comunale e Consigliere regionale e via dicendo. Urla e grida verso coloro i quali, grazie alle doppie poltrone, racimolano prebende e prebendine di vario genere. Ovviamente smentite puntualmente dagli interessati. Questo aspetto, mi è parso di intuire da commenti, giudizi e opinioni, non è un aspetto particolarmente gradito alla gente, la quale “minaccia” di ricordarsene al successivo appuntamento elettorale. Fatta questa lunga premessa, vengo alle primarie del Pd.
Sono in svolgimento oggi, 8 dicembre, fra una ghirlanda e un pandoro. Nel bel mezzo dello start-up delle feste natalizie. Ormai si sa tutto dei tre candidati. Vizi privati e pubbliche virtù non hanno segreti. La mia lunga premessa, ha preso spunto proprio da uno dei tre candidati. Forse il più esuberante, il più comunicativo, colui il quale ha già da tempo, messo in campo ambizioni e obiettivi facendo, per questo, adirare qualche vecchio mausoleo comunista del partito. E le previsioni sono tutte per lui, Matteo Renzi. Ma io non voterò per lui. Mi piace la sua guasconeria fiorentina, mi piace il modo di porsi e condivido molte cose (non tutte come pacchetto completo), ho letto il suo programma, (come d’altronde ho fatto con quello dei suoi competitor), insomma un giovanotto che non mi dispiace. Ma non voterò per lui.
Non lo farò perché, ed ecco che torno alla premessa, mi sarei aspettato che, “coerenza vuole” si fosse dimesso da Sindaco, avesse affrontato la battaglia di idee, opinioni e confronti della campagna elettorale e poi, se fosse stato convincente, indossare la corona di imperatore magno del Pd. Invece no. Anzi. Vuole mantenere la carica di Sindaco. Sindaco non di Carapelle Calvisio, (con il massimo rispetto poiché è un luogo bellissimo che visito spesso), paese della provincia aquilana che conta 82, (dicasi ottantadue), abitanti, ma di una città che si chiama Firenze. E allora mi chiedo? Dove è finita tutta l’indignazione popolare per coloro che hanno il fondoschiena in più poltrone? Perché proprio Renzi è il favorito? E non mi si venga a dire che è il programma che convince. Su dieci persone, forse tre avranno letto i programmi dei candidati. Il restante ha affidato la preferenza a seguito di dibattiti tv e interviste, colore delle cravatte e pettinatura, diciamoci la verità. Possibile che nessuno dei supporter del Sindaco si chieda come mai farà, qualora dovesse diventare Segretario, ha gestire le linee guida del più “popoloso”, seppur malandato, partito italiano e il capo della maggioranza governante di una delle città più importanti del Paese? Mistero.
Capiamoci bene. Nessuno sta velatamente intendendo, men che meno io, che mantenendo un doppio incarico, il politico compie un’infrazione. La legge lo consente e, dunque, nessun abuso. Ma vivaddio, scegliere di fare, e farla bene, una cosa è un atteggiamento di coerenza e serietà e con i tempi che corrono non è poca cosa. In buona sostanza se la legge consente di andare in giro con la portiera della vettura spalancata in autostrada, non è da reprimere chi lo fa, bisogna cambiare la legge. Semplicemente. Mi appare garbato un accenno anche all’antagonista renziano: Giovanni Cuperlo detto Gianni. Non voterò per lui. Un uomo che mi piace; garbato, suadente e molto nordico. Forse un po’ troppo paludato e apparentemente bocconiano lui che, al contrario, si è laureato a Bologna, Corso in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo DAMS, della Facoltà di Lettere e Filosofia, discutendo una tesi di sociologia della comunicazione, relatore Mauro Wolf. Ma non voterò per lui. A mio avviso ha un grosso handicap: si porta dietro il benestare di uno dei matusalemme del comunismo come Massimo D’Alema il quale, fra una passeggiata al parco con il cane dando dimostrazione, davanti alle telecamere, di come si raccoglie la cacca e un viaggetto a Bruxelles, vuol far vedere che è fuori dai giochi ma così non è. Però il buon Giovanni detto Gianni, bisogna ammettere che azzecca sempre la cravatta giusta. Ma ora, non mi tornano i conti. Renzi, Cuperlo…ne manca uno mi sembra! Non voterò per Renzi, non voterò per Cuperlo… bè il resto fate voi.
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