CRESA, molti segni meno per le imprese


L’Aquila – PRODUZIONE -3,5% FATTURATO -2,7% FATTURATO ESTERO -4,0% OCCUPAZIONE -2,5% – A differenza di altre aree del paese, in Abruzzo i principali indicatori mostrano ancora andamenti negativi. Le aspettative degli imprenditori restano nel complesso negative ma in diversi settori si riducono rispetto al passato le valutazioni più pessimistiche.
L’indagine del Cresa è stata condotta su 430 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione.
Nel terzo trimestre 2013 la produzione industriale in Abruzzo ha mantenuto una tendenza negativa con un calo del -3,5% rispetto allo stesso periodo del 2012, mentre la variazione congiunturale è stata del -7,1%. La contrazione dell’occupazione è stata pari al -2,5%
rispetto al terzo trimestre 2012 colpendo quasi tutti i settori ad esclusione dell’elettronica
(+2,6%) e del comparto alimentare (+0,1%).

Sotto il profilo dimensionale, il pur modesto recupero della piccola imprenditoria si è unito
a una buona dinamica tendenziale del fatturato estero. Ha mostrato segni di
rallentamento rispetto alla prima parte dell’anno il calo produttivo delle medie imprese.
Le imprese più grandi hanno perduto il -7% rispetto al III trimestre 2012, annullando il
recupero dei primi mesi dell’anno. La crescita produttiva delle piccole imprese sembra
legata esclusivamente al buon andamento delle vendite nei mercati esteri (+4,2%)
mentre resta generalizzato l’impulso negativo proveniente dalla domanda domestica.
Per quanto riguarda i settori le flessioni più marcate in termini di produzione sono state
rilevate per i mezzi di trasporto (-10,6%), in particolare sul fronte estero, e per la lavorazione
dei minerali non metalliferi (-4%). Ha fatto eccezione la componentistica elettronica che
ha recuperato parzialmente un inizio d’anno particolarmente pesante. Per quest’ultimo
come anche per i settori tradizionali dell’abbigliamento e del legno andrebbe invece
sottolineata la buona performance delle vendite estere che si pone in continuità, in alcuni
casi, con i risultati acquisiti nel trimestre precedente.
Gli ordini interni hanno segnato un calo complessivo del -2,1%, su cui ha inciso in
particolare il negativo andamento delle medie e grandi imprese. A livello settoriale la
domanda interna ha agito in maniera differenziata: ha spinto verso il basso l’attività delle
imprese di mezzi di trasporto e della lavorazione dei minerali non metalliferi, mentre ha
sospinto quella dei prodotti chimici e del legno. La contrazione degli ordini esteri è
ancora più intensa (-9,4%) ed ha colpito in misura rilevante le imprese di dimensioni
medio-grandi (metalmeccanica, mezzi di trasporto, chimica). Le imprese fino a 50 addetti
hanno mostrato invece una crescita della domanda estera del 5,4%, ottenuta grazie
all’incremento che si è verificato nei settori dove più è diffusa questa classe dimensionale
(alimentare ed abbigliamento).
L’occupazione è scesa in media del 2,5% per effetto soprattutto del calo rilevato nelle
piccole e medie imprese. Nelle grandi imprese i livelli occupazionali hanno invece
mostrato una leggera crescita in media annua.

mercio d’Abruzzo
Restano improntate ad un certo pessimismo le previsioni degli imprenditori per i prossimi
sei mesi: il saldo è pari a -12 punti percentuali nel trimestre in esame, anche se è apparso
in miglioramento rispetto a quello precedente. Un aspetto interessante è che, mentre sul
fronte della domanda interna i saldi delle risposte degli imprenditori restano
prevalentemente negativi, sul fronte della domanda estera vanno segnalati alcuni
incoraggianti segnali (non per i mezzi di trasporto).

“Per le imprese abruzzesi si tratta del settimo trimestre consecutivo di flessione dell’indice
della produzione. Una situazione che non si era registrata nemmeno durante il primo
shock recessivo del 2008-2009 – sottolinea il Presidente del CRESA Lorenzo Santilli. In
Abruzzo tarda a verificarsi ciò che è possibile cogliere già in queste settimane osservando
l’andamento del settore manifatturiero in alcune regioni italiane oltre che in diverse aree
avanzate d’Europa, cioè le prime avvisaglie di una inversione di tendenza anche sul
fronte del mercato interno”.
“Questa situazione non ammette ritardi – evidenzia il Direttore Francesco Prosperococco -
gli ammortizzatori sociali hanno garantito fino ad oggi continuità ma cominciano ad
avvertirsi scricchiolii forieri di scenari non certo beneauguranti. Occorre rimettere la
manifattura al centro delle scelte, per la sua superiore capacità di favorire e alimentare
l’innovazione tecnologica, e dunque la crescita della produttività a livello dell’intero
sistema economico. Ma le condizioni affinché questo avvenga non sono scontate. Prima
fra queste risulta la disponibilità di capitale umano, l’accrescimento dei livelli medi di
istruzione. Su questo tipo di obiettivi si dovrà concentrare l’utilizzo delle risorse della nuova
programmazione comunitaria 2014-2020, i cui programmi sono ora in fase di
predisposizione”.


05 Dicembre 2013

Categoria : Economia
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