Progetto di legge regionale sull’istituzione delle fattorie didattiche: grande valore pedagogico


(di Flavio Colacito – psicopedagogista).L’agriasilo è una nuova formula imprenditoriale per coniugare economia, educazione e riscoperta della natura. Si tratta infatti di offrire servizi educativi per l’infanzia in un’azienda agricola. Il Consiglio regionale d’Abruzzo ha approvato ieri il progetto di legge sull’istituzione delle fattorie didattiche. Il provvedimento, presentato dal Gruppo Pd, ha visto la proficua collaborazione di tutte le organizzazioni sindacali di categoria che ha portato a diverse integrazioni al testo finale migliorandolo con delle novita’ legislative. Una di queste e’ l’istituzione degli ”Agriasili” e degli ”Agrinido”. Donne e mamme imprenditrici, che lavorano in aziende agricole, hanno pensato di trasformare questi posti in asili nido immersi nella natura. I fattori di successo sono identificabili:
1) nella localizzazione dell’attività in aree in cui l’offerta di servizi per l’infanzia, da parte di strutture pubbliche e private, è carente e insufficiente; 2) nella capacità di offrire un servizio innovativo e di qualità rispetto alla concorrenza. L’agriasilo è una forma di diversificazione dell’attività agricola. E’ necessario pertanto che sia attivato nell’ambito di una azienda agricola, già avviata o da avviare. Dal punto di vista legislativo, alcune regioni hanno già provveduto ad emanare norme specifiche per tale tipo di attività, nelle altre occorre far riferimento alla normativa vigente per i servizi all’infanzia. In ogni caso, come ha stabilito il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’autorizzazione può essere rilasciata da Comuni, Regioni o altri organismi tecnici. E’ importante comunque la verifica presso la ASL competente (e/o l’ufficio tecnico comunale) dei requisiti igienico sanitari richiesti. In generale, dal punto di vista della struttura, è necessario che i locali siano nettamente distinti rispetto a quelli dedicati all’attività agricola, facilmente accessibili, dotati di servizi igienici appropriati, di cucina, spogliatoi, uffici, ecc. Anche gli arredi devono essere idonei all’utilizzo in una struttura che ospita bambini. Nell’agriasilo occorre impiegare assistenti all’infanzia in possesso dei necessari requisiti tecnico/professionali previsti dalle normative vigenti. Tali strutture sono rivolte ai bambini dai tre ai sei anni e le norme recenti prevedono che il loro impiego possa essere riconosciuto anche ai fini della parità scolastica. Sull’intero territorio nazionale se ne trovano attualmente più di una decina, e le prime sono nate in Piemonte a partire dal 2004. Detto questo, per agriasilo si intende perciò una struttura di accoglienza realizzata all’interno di una azienda agricola per bambini dai tre ai sei anni, a differenza dell’agrinido che coinvolge invece piccoli fino a tre anni di età. Si tratta spesso di classi di dimensioni contenute, alle quali vengono garantite tutte le appropriate cure quotidiane (pranzo, sonno, cambi) ma con più tempo all’aria aperta, a contatto con la natura, in una sorta di “palestra verde” dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i ritmi della natura e i principi di una alimentazione sana. Le opportunità didattiche nell’agriasilo variano ovviamente in funzione dell’attività produttiva svolta dall’azienda in cui ci si trova. Invece un agrinido è un asilo realizzato in un azienda agricola. Il 78% dei genitori pensa che il proprio figlio dovrebbe stare a contatto con la natura, mentre oltre 3 su 4 di loro sognano di farlo crescere in un agrinido: un ambiente semplice, familiare e naturale. Per quanto riguarda gli agrinido, esse sono strutture rivolte ai bambini da tre mesi a tre anni, che assicurano la realizzazione di programmi educativi, pasti e tutti gli altri servizi di cura necessari ai bambini. “Nel complesso questa legge sulle fattorie didattiche – riconosce il consigliere Pd Claudio Ruffini – oltre ad essere un’opportunità di lavoro per giovani con le professionalità richieste, rappresenta un ottimo strumento di collegamento con l’offerta scolastica”. Per Ruffini, le esperienze delle fattorie didattiche “se preparate adeguatamente dagli insegnanti ed inserite e ragionate nel Piano dell’offerta formativa (Pof), sono preziose occasioni di apprendimento e crescita e, quindi, una valorizzazione dei percorsi scolastici”. Gli agrinidi sono in rapida diffusione: oltre cento iniziative sono già state avviate in Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli. Tutti questi sono spazi a contatto con la natura e gli animali, fruibili dai bambini. Ambienti educativi meno formalizzati ma liberi e spontanei, che hanno il vantaggio di far crescere i bimbi al ritmo naturale delle stagioni e a stretto contatto con la terra e i suoi prodotti. Le classi sono formate da meno bambini rispetto a un asilo nido tradizionale. Sono garantite tutte le cure quotidiane da parte dell’educatore (pranzo, sonno, cambio). La vera differenza sta nel tempo trascorso all’aria aperta ed a contatto con la natura, una sorta di “palestra verde” dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i loro ritmi e i principi di un’alimentazione sana. Secondo dati evidenziati da Coldiretti, solo il 44% dei bambini può usufruire dei servizi all’infanzia; ciò significa che c’è una parte consistente della popolazione che non ne usufruisce e che è destinata ad aumentare con le famiglie straniere. Le esperienze attualmente in corso mostrano che l’agriasilo consente all’azienda agricola di incrementare il suo reddito anche nella misura del 20-30%. L’iniziativa è vincente per tutti i soggetti chiamati in causa: l’imprenditore agricolo trova nuove occasioni di reddito nella gestione dell’asilo (ma anche nel potenziale indotto derivante dalla vendita dei prodotti dell’azienda); i bambini hanno accesso ad un progetto educativo specificamente studiato per favorirne l’interazione con l’ambiente naturale, i ritmi e i valori del mondo rurale; le famiglie risolvono i problemi legati alla carenza delle strutture esistenti, alla necessità di offrire ai propri figli un’alimentazione sana, nonché al basso livello di soddisfazione che una famiglia su due dichiara nei confronti dell’offerta attuale di nidi o scuole materne. Se il metodo migliore per acquisire conoscenze teoriche è quello di fare esperienze pratiche, l’agrinido si avvantaggia del legame con il mondo rurale, un mondo organizzato sull’arte del fare e sull’uso delle mani. La possibilità di accedere ai servizi degli agrinido è prevista anche per tempi più brevi rispetto alla frequenza scolastica, grazie al fatto che alcune strutture del nostro paese si sono organizzate per ospitare feste di compleanno nella natura o servizi di baby parking, il tutto per bambini che vanno dai 13 mesi ai 6 anni di età, per un tempo massimo di permanenza che non può essere superiore alle sei ore giornaliere. In ultima analisi le belle idee descritte nascono tutte dalla carenza dei servizi presso gli asili pubblici, ponendosi all’attenzione delle famigli come possibili e valide soluzioni alternative.


05 Dicembre 2013

Categoria : Cultura
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