Megalò, basta costruzioni selvagge
Chieti – «L’evacuazione, tra le altre cose, del centro commerciale Megalò (NDR: CHE DOMANI RIAPRIRA’) a causa dell’alluvione che ha colpito ieri l’Abruzzo è sintomatica di quanto non sia tanto la natura ad infliggere i danni più gravi, quanto piuttosto l’incoscienza di chi si offre a costruire su certi luoghi e della politica che con una mano si copre gli occhi e con l’altra firma le relative autorizzazioni». Così il renziano Giampiero Riccardo, presidente Associazione Zapping commenta il giorno dopo l’ondata di maltempo che ha flagellato l’intera regione, e prosegue: «La cosa preoccupante è che non solo si è costruito una volta in una zona dove non si sarebbe dovuto edificare, ma si sta reiterando l’errore con estrema facilità . Sull’albo pretorio del Comune di Chieti, infatti, è possibile leggere il provvedimento n.905 (in allegato), emesso in data 9 ottobre 2013 che autorizza la ditta Sirecc Srl a costruire il cosiddetto Megalò 2, ossia un edificio commerciale no food».
Riccardo spiega ancora che nel documento si legge che “le opere oggetto della richiesta di permesso di costruire consistono nella variante al Provvedimento Unico Autorizzativo n. 66 de 22/10/2002 avente ad oggetto la realizzazione di un edificio commerciale no-food…”; “che le opere oggetto della richiesta sono conformi alla strumentazione urbanistica del progetto PRUUSST….e alle norme e prescrizioni della L.13/89 inerente il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche”; “che le opere oggetto della richiesta sono conformi al progetto già sottoposto a procedura di VIA” e che la Sirecc Srl dichiara di impegnarsi al miglioramento e riqualificazione del parco fluviale prima dell’inizio dei lavori di costruzione dell’edificio in oggetto. Il Comune di Chieti rilascia, quindi, provvedimento unico autorizzativo alla ditta Sirecc Srl con relativo permesso di costruire per l’esecuzione dei lavori di realizzazione di un edificio commerciale no food già inserito nel PRUUSST entro tre anni a decorrere dalla data di inizio dei lavori che dovrà avvenire entro e non oltre un anno a decorrere della data di rilascio del provvedimento stesso e quindi entro il 9 ottobre 2014.
«Lo stato attuale dei fatti – continua il presidente di Zapping – ci dice chiaramente che il Comune di Chieti è perfettamente d’accordo con la costruzione in quel punto nonostante i limiti che l’alluvione di ieri ha messo in luce con estrema evidenza. Spero che nonostante le autorizzazioni già emesse, si faccia qualcosa per tornare indietro, evitando l’ennesima costruzione selvaggia».
«Tenuto conto che la proprietà non è abruzzese – conclude Riccardo – che oltre il 95% delle attività generalmente inserite in questo tipo di strutture appartiene a colossi della grande distribuzione e che solo il 20% di quanto noi spendiamo all’interno di questi centri commerciali resta economicamente sul nostro territorio, producendo una reale ricchezza, gli unici ad intascare lauti profitti sono i privati. Lungi da me il criminalizzare queste attività economiche, ma sarebbe il caso di conciliare commercio e posti di lavoro con la salvaguardia del nostro territorio e dell’incolumità pubblica, poiché i cocci da riparare, poi, restano solo agli enti locali, e quindi a noi cittadini».
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