Libro su Resistenza e Brigata Maiella


Pescara – (Foto: Marco Patricelli) – E’ la storia che potrebbe mettere tutti d’accordo sulla Resistenza, quella della Brigata Maiella. Abruzzesi che partono dalle montagne della Majella madre alla fine del 1943 e arrivano combattendo fino all’altopiano di Asiago a maggio 1945, segnando col loro sacrificio l’intera guerra di liberazione. Patrioti, non partigiani: non portano i fazzoletti dei partiti perche’ ognuno la pensa come vuole anche se tutti sono repubblicani; non fanno la guerra alle spalle dei nazifascisti ma al fronte, nell’ambito dei piani operativi del generale Alexander; non fanno parte del Corpo Volontari della Liberta’, ma della VIII Armata britannica (prima col V Corpo inglese poi col II polacco del generale Wladyslaw Anders), pur se muniti di tesserino militare del ricostituito esercito italiano da cui pero’ non prendono ordini.
E si chiama proprio “Patrioti – Storia della Brigata Maiella alleata degli Alleati” (Ianieri, 352 pg., 17.90 euro, foto inedite fuori testo) il libro che Marco Patricelli, giornalista e storico, dedica al 70esimo della fondazione della Banda di Ettore Troilo, guidata in battaglia da Domenico Troilo.
Una storia che prende le mosse dai primi 15 volontari legati con un patto d’onore e si conclude con un brigata di 1.500 volontari, nella risalita dell’Italia senza mai conoscere una sconfitta; una storia – osserva l’autore – segnata dal piu’ lungo ciclo operativo della guerra di liberazione e con l’unicita’ della medaglia d’oro al valor militare a quella bandiera temuta e rispettata dal nemico che oggi si trova al Vittoriano; una storia di uomini che credevano nella liberta’ da riconquistare per costruire un’Italia migliore. Quella liberta’ che – stando al libro di Patricelli – per primi riportarono a Bologna il 21 aprile 1945, italiani tra italiani. La vicenda della Brigata Maiella – osserva l’autore – illumina per il suo nitore e la trasparenza delle azioni anche le pagine piu’ umbratili della Resistenza, per il senso di umanita’ che si estende pure a un nemico implacabile. Quando i maiellini di Domenico Troilo colgono a Monte Mauro la “vittoria impossibile” – cosi’ viene definita dai bollettini di guerra alleati – gli ufficiali tedeschi che conoscevano il valore della formazione abruzzese si complimentano cavallerescamente con chi li ha sconfitti. Molti ex maiellini sono decorati di medaglie al valore italiane, inglesi e polacche. Una storia assolutamente atipica – dice Patricelli – che andava raccontata. E che deve essere conosciuta per contribuire e spazzare via definitivamente le inutili polemiche sul 25 aprile e le strumentalizzazioni sulla Resistenza. Prima presentazione in Municipio a Gessopalena (Chieti), in omaggio al compianto vicecomandante Domenico Troilo, domani alle 18.30. Marco Patricelli (Pescara 1963) insegna Storia dell’Europa contemporanea all’Universita’ “Gabriele d’Annunzio” di Chieti ed e’ responsabile della redazione di Pescara del quotidiano “Il Tempo”. E’ consulente storico del Tg1 Storia (Raiuno) e “Est-Ovest” (Rai tre). Ha scritto saggi storici per Mondadori, Utet e Laterza. Dal suo “La Stalingrado d’Italia” e’ stato tratto un docufilm coprodotto da Mediaset e ZDF e andato in onda su Rete 4. E’ in fase di ultimazione un altro docufilm per la Rai tratto da “Liberate il Duce!”. E’ stato l’unico italiano invitato a Varsavia alla conferenza internazionale sul 70esimo dello scoppio della seconda guerra mondiale.


03 Dicembre 2013

Categoria : Storia & Cultura
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