L’aspirina? C’è chi pensa: probabilmente un ottimo rimedio anche per il cancro


(di Flavio Colacito – psicopedagogista) – Ormai siamo abituati ad assumerla ogni volta che abbiamo un mal di testa, oppure, più comunemente, quando siamo affetti da sindromi parainfluenzali, stati febbrili, influenzali. Di cosa stiamo parlando ? Dell’aspirina, ovviamente, quella “pasticchetta” che ingeriamo ogni qualvolta non ci sentiamo al top, ma che negli anni è diventata una vero proprio “cult” dei farmaci maggiormente consumati e venduti nel mondo, compresa la sua variante, ossia la cardioaspirina. L’aspirina è, quindi, un elemento che spesso utilizziamo nella nostra vita di tutti i giorni e di cui facciamo uso per le esigenze più varie, che possono variare dall’influenza ad altri sintomi. Ma se questo uso può portare ad una speranza la novità diventa determinante cinsentendo una speranza, nella prevenzione, per tutti coloro che cercano uno spiraglio durante il travaglio dovuto alla malattia: i dati confermano che si muore ancora troppo di cancro in Italia e ogni possibilità riguardante modalità di prevenzione e cura è sempre un’occasione da non perdere. L’aspirina, che vede la sua origine nella seconda metà dell’800 ed è legata ai nomi di Charles Frédéric Gerhardt, Felix Hoffmann, Arthur Eichengrün e al noto marchio Bayer, è uno dei farmaci antinfiammatori non steroidei più adoperato in ambito clinico e capostipite di una famiglia farmaceutica nota con il nome di salicilati. L’acido acetilsalicilico, principio attivo dell’aspirina , è quindi una molecola ottenuta sinteticamente dall’acido salicilico attraverso una acetilazione in seconda posizione, che ne dona una maggior efficacia terapeutica a fronte anche di un miglior profilo farmacocinetico caratterizzato da una riduzione significativa della tossicità a carico della mucosa gastro-enterica. Assunto per via orale questa principio attivo viene assorbito al livello della mucosa gastrica ed intestinale, quindi distribuito rapidamente al livello epatico, dove grazie all’azione di alcuni enzimi noti come esterasi, viene convertito in acido salicilico: è proprio questa molecola, che raggiungendo i vari tessuti, espleta la propria azione terapeutica inibendo irreversibilmente le ciclossigenasi e determinando, pertanto, una sensibile riduzione delle concentrazioni di prostaglandine, mediatori chimici coinvolti nella genesi del processo infiammatorio e dotati di attività vasopermeabilizzante, vasodilatatrice e chemotattica. Le suddette modalità d’azione si manifestano in modo evidente con l’effetto antinfiammatorio, antidolorifico e in minima parte anche antipiretico, grazie all’azione controregolatoria esercitata nei confronti di alcune citochine e prostaglandine dotate di attività pirogena. Terminata la propria attività l’acido salicilico viene opportunamente metabolizzato al livello epatico, principalmente attraverso processi di coniugazione e glucoronazione, per poi essere successivamente escreto per via renale. Lo studio condotto dalla S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale) sull’assunzione quotidiana di aspirina sta facendo molto dibattere non solo i medici e il mondo scientifico ma anche e soprattutto l’opinione pubblica italiana. Secondo i dati emersi al Congresso della S.I.M.G., i pazienti trattati con aspirina per prevenire eventi cardiovascolari, l’uso che maggiormente se ne fa a livello medico, sono risultati con un tasso di mortalità per tumore ridotto del 34% dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni. Secondo il presidente del S.I.M.G., Claudio Cricelli, alcune ricerche avrebbero ipotizzato che nella scelta dell’utilizzo dell’aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, dovrebbero essere considerati anche i potenziali benefici in altri ambiti patologici. Se in precedenza il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estenderebbero i loro benefici ad altri tipi di cancro, in particolare gli adenocarcinomi. Questi dati, in conclusione, ci dimostrano ancora una volta l’importanza della ricerca scientifica, in modo particolare quando essa è finalizzata alla salvaguardia della vita come bene primario.


01 Dicembre 2013

Categoria : Salute & Benessere | Scienze
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