Inchiesta Spoltore, 11 rinvii a giudizio
Pescara – L’ex presidente del consiglio regionale, Marino Roselli, l’ex sindaco di Spoltore Franco Ranghelli, e l’ex vice presidente di Ambiente Spa, Luciano Vernamonte, sono stati rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta del 2011 relativa al Comune di Spoltore. Lo ha deciso, oggi pomeriggio, il gup Maria Michela Di Fine. Il giudice per l’udienza preliminare ha rinviato a giudizio anche altri nove imputati: Luigi Zampacorta, imprenditore; Ernesto Partenza, ex assessore all’urbanistica; Alessandro D’Onofrio, imprenditore; Pino Luigioni, ex consigliere comunale; Tullio Michele Ernesto Santroni, dirigente comunale; Giuseppe Del Pretaro, geometra; Bruno Crocetta, tecnico comunale; Emilio Di Paoloemilio, tecnico comunale; Marcello Sborgia, costruttore. Roselli, Ranghelli, Luigioni e D’Onofrio, sono stati pero’ prosciolti da alcuni reati. Nello specifico D’Onofrio e’ stato prosciolto dall’associazione per delinquere. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, tentata concussione, falso ideologico, abuso d’ufficio. Il processo a loro carico prendera’ il via 10 aprile. Sono stati invece prosciolti da tutti i reati quattro imputati: Alessio Carletti, costruttore; Claudio Santurbano, ex assessore ai lavori pubblici; Enzo Giansante, responsabile di zona della Maggioli Spa; Mario Angelo D’Eramo, ex responsabile ufficio Autorita’ di bacino della Regione Abruzzo. Nel mirino del pm Gennaro Varone la redazione del nuovo piano regolatore; l’appalto del servizio di riscossione dei tributi della pubblicita’ e le sanzioni per le violazioni del codice della strada; l’accordo di programma per l’ampliamento del cimitero; un progetto per la realizzazione di appartamenti nella zona del fiume Pescara . Secondo l’accusa Ranghelli, Roselli, Vernamonte, Partenza, D’Onofrio e Luigioni avevano creato “un vero e proprio organo decisionale, denominato cabina di regia, estraneo agli organi istituzionali preposti all’amministrazione del Comune di Spoltore, che venivano cosi’ esautorati, allo scopo di condizionare le scelte amministrative e politiche di tale ente e di consentire affari e personalismi”.
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