Sciacallaggio sugli affitti ai terremotati
L’Aquila -Manuela Del Beato scrive: “Questa è una
lettera di denuncia che vuole togliere il velo a un comportamento
abituale, disonesto, e diffuso che tutti conoscono e che pochi
denunciano. Comportamento che gode del tacito assenso della maggior
parte degli italiani che assolvono o semplicemente accettano per
indifferenza e per interesse personale una cultura mafiosa che ignora
le regole della comunità e dello stato sociale.
Si tratta delle evasioni fiscali sugli affitti in nero delle case, in questa nostra
città, dove la metà degli abitanti affittano le loro proprietà, senza
registrare i contratti, evadendo le tasse per anni e calpestando i
diritti di quei cittadini che a questa gente devono affidarsi.
Per 5 anni ho abitato in una casa nel quartiere di Gignano, in affitto, dove
avevo spostato anche la mia residenza. Ho atteso e richiesto
inutilmente in tutti questi anni che il proprietario definisse la
registrazione del contratto, domanda che è stata elusa con risposte
evasive con la conseguenza che il tempo è trascorso e la registrazione
per i “vari motivi” non è stata mai regolarizzata.
Questo comportamento mi ha arrecato danni anche fiscali, perché non potendo
registrare l’uscita dell’affitto sulla mia dichiarazione dei redditi,
questa ne è risultata maggiorata nel reddito per 5 anni, con le
conseguenze che tutti conosciamo.
Per cui, al regolare affitto che io ho pagato sempre con assegno, regolarmente, senza avere mai una
ricevuta, si sono aggiunte anche le tasse pagate su un reddito non
veritiero. Per non esasperare la convivenza con questi vicini di casa
mi sono resa complice di una irregolarità.
Tutto è iniziato alla firma del contratto dove tutto sembrava regolare, ho firmato davanti a un
testimone, in duplice copia, ho versato la caparra di 800,00 Euro più
400,00 Euro del mese corrente e ho atteso che il proprietario portasse
il contratto all’ufficio del registro, che mi aveva assicurato avrebbe
fatto a breve, ma questo non è accaduto, nel frattempo dopo il
contratto ho traslocato i mobili e sono andata a vivere in quella casa
spostandovi anche la mia residenza.
Al momento del sisma la casa ha riportato seri danni a una colonna portante ed è stata classificata C,
gli stessi proprietari non l’hanno abitata fino a settembre.
Ho vissuto in una tendopoli fino ad ora, e a settembre ho adeguato uno
spazio e vi ho traslocato finalmente i miei mobili, liberando la casa
di Gignano al proprietario e restituendogli le chiavi.
Al momento di regolarizzare il nostro rapporto economico con la restituzione della
caparra mi sono sentita dire che avevo “occupato abusivamente” il suo
appartamento con i miei mobili fino a settembre e che non avevo quindi
diritto a riprendere la mia caparra di 800,00 euro
Ci tengo a dire che l’edificio in questione al momento del mio trasloco ancora non godeva
del regolare certificato di abitabilità e già era stato affittato di
nuovo. Ho fatto scrivere una lettera da un avvocato per riavere ciò
che è in mio diritto, ma allo scadere dei tempi previsti non si è
verificato nessun cambiamento nella situazione.
La lettera è stata ignorata dal proprietario dell’appartamento e forse cestinata.
Il panorama che mi si presenta ora prevede due possibilità, la prima è di
lasciar perdere e dimenticare i miei soldi abbassando la testa e
assaporando il gusto amaro di chi è sconfitto con ingiustizia, oppure
far valere i miei diritti e combattere con dignità e iniziare una causa
civile sapendo di dover impegnare costi superiori alla somma contesa, e
di spendere tempo prezioso della mia vita conoscendo i tempi biblici
delle cause civili.
Questo è il paese della frode, della disonestà
legittimata, dove si costringe la gente a subire senza possibilità
soprattutto quando i tuoi avversari hanno conoscenze e potere.
Il
proprietario dell’appartamento di cui stiamo parlando non teme nessuna
verifica della finanza, perché suo fratello, che è al corrente di
quello che è avvenuto, appartiene ad un’arma che dovrebbe difendere i
diritti dei cittadini.
Manuela Del Beato
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