Sanità , il pozzo e il pendolo
L’Aquila – La sanità a L’Aquila terremotata ricorda il pozzo e il pendolo, film del 196, tratto con maestrìa dal celebre romanzo omonimo del brivido, di Edgar Allan Poe: roba di quando il cinema si faceva con le idee, i testi, le sceneggiature, i trucchi, e non con il computer. E tanta ignoranza…
Il pozzo per quella quantità enorme di denaro che inghiotte. Il pendolo perchè va a torna, con periodo piuttosto regolare, magari non galileiano, però evocativo. Un giorno c’è l’attacco con fuoco da tutte le parti, come se improvvisamente in tanti si destassero e decidessero di prendere di mira lo stesso obiettivo. Un altro giorno c’è la difesa, a più voci, con la conferma degli impegni (soprattutto di spesa) e del ripristino dei posti letto.
La verità , sia detto senza polemica ma solo stando a fatti e numeri, come è nostro costume, è che i posti letto erano 470 e sono, al momento, un centinaio; che se non ci fosse stata la casa di cura privata Villa Letizia, avremmo dovuto far migrare in massa malati e personale; che Villa Letizia costa un patrimonio (ma è più che ovvio che sia pagata per quello che offre alla sanità pubblica), che i soldi ci sono, 45 milioni almeno, ma ne sono stati spesi in 7 mesi solo 5 milioni; che i ritardi sono macroscopici; che medici e personale sono spesso autentici santi martiri del loro lavoro. Tutto è piccolo, stretto, provvisorio, arruffato e insufficiente al S.Salvatore. L’ospedale è soltanto assediato da un indegno mare di traffico e di soste, che nessuno si sogna di disciplinare e arginare : ma subito, non fra mesi o anni. I problemi si affrontano velocemente. Ruspe e caterpiller perr sbancare e spianare, per trovare spazi alle auto, altrimenti così com’è la situazione si va al collasso.
Il commissario, Giancarlo Silveri, dice che sta facendo ciò che altri, leggi l’ex manager Marzetti, a suo tempo hanno programmato e deciso. Fu deciso di spendere solo 5 dei 45 milioni già disponibili pronta cassa? Se le decisioni erano queste, e le aveva prese Marzetti, a che scopo sostituire brutalmente Marzetti con qualcuno che sta facendo (non potendo agire diversamente) le stesse cose?
Il sindacalistia Giorgi è tra coloro che alzano la voce, condivisibilmente. Afferma che l’assessore regionale alla sanità “non è esattamente informato”, e questo ci pare grave. Teme che i posti letto restino pochi e non vengano mantenute le promesse e gli impegni. In un orecchio ci dice: “L’ospedale ce lo fregano”. Silveri promette altri 100 posti letto a gennaio 2010, per poi risalire nel tempo fino a 320. Non rimprovera i tanti assenteisti dal lavoro, anzi dice: “Se sono malati, i medici sapranno ciò che certificano… E poi c’è l’effetto terremoto”. Assunzioni? Manco a parlarne. Ma, tirando le somme, nessuno che convochi i giornalisti e dica: entro un mese facciamo questo, entro tre mesi quest’altro, e spendiamo tanto. I lavori in corso sono al punto tale e saranno finiti entro il giorno tale. O almeno in mese tale. I miracoli che si fecero per il G8 non si ripetono, neppure quando di mezzo c’è la salute di decine di migliaia di disperati che vedono eclissarsi o indebolirsi le loro certezze, le loro garanzie: prima, sopravvivere decentemente.Era più importante una strada costruita in 20 giorni per farci transitare Obama, o è più importante un ospedale vero per 100.000 persone terremotate?
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