Signora, si faccia sparire


La signora Cancellieri è sicuramente una illustre gentildonna, peraltro di remote origini abruzzesi. Ciò potrebbe anche accrescere la nostra simpatia verso questa vociante donna di governo, al centro in questi giorni – anche da troppi giorni – di diatribe sulla sua telefonata riguardante la carcerazione di una rampolla Ligresti. Sicuramente un gesto di umanità verso una detenuta in sofferenza, ma è impossibile dimenticare che anche altre migliaia di detenuti in questo paese – primitivo e simildemocratico – sono in sofferenza. E magari quando escono non trovano conforto e benessere, come capita ad un ricco incappato nelle maglie giudiziarie.
Pur volendo convincersi che la signora Cancellieri abbia, dunque, agito solo a fin di bene, alla gente pare esagerato che si faccia tanto rumore sul caso. Se la protagonista non fosse stata la illustre ministra, certo nessuno ne avrebbe parlato tanto. Come sempre in questa nostra fasulla società, si esagera, e si dimentica che la politica dovrebbe ispirarsi prima di ogni altra cosa alle regole della dignità. Ministra Cancellieri, da signora di antico lignaggio, non ci infligga la noia di altre polemiche e di altro spazio per lei in tutti i telegiornali. Per molto meno nei luoghi in cui davvero vige la democrazia, quella vera che aleggia nelle contrade d’ Europa, ci si dimette. Magari sbattendo la porta. Ma si sceglie di “farsi sparire”, come si dice a Roma. Ma si pensa ovunque.



18 Novembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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