Sciopero e sindacati: uniti contro la peggior crisi economica dell’aquilano


(di Flavio Colacito – psicopedagogista). La situazione economica nazionale , come noto, stenta a risollevarsi e le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, ma in Abruzzo gli effetti sono ancora più marcati in particolare nell’aquilano alle prese con dati allarmanti, dati che devono far riflettere sul pericolo della perdita di abitanti che la crisi senza fine potrebbe spingere altrove, come sul fatto che una tale stagnazione incrementa gli atti delittuosi o comunque devianti a danno della collettività, attirando la malavita organizzata e spingendo le persone verso gesti estremi legati alla disperazione. I segretari provinciali di Cgil (Umberto Trasatti), Cisl (Paolo Sangermano) e Uil (Michele Lombardo) hanno infatti tracciato il punto sulla situazione nella provincia dell’Aquila che vive la peggiore crisi economica dal dopoguerra, acuitasi nell’ultimo decennio attraverso la perdita progressiva di occupazione, competitività, prodotto interno lordo, con un aumento a dismisura dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, cosa che deve scuotere le coscienze verso una mobilitazione massiccia in difesa del territorio. Lo sciopero di quattro ore,che è stato indetto quest’oggi dalle segreterie nazionali, contro la politica del Governo e la legge di stabilità, rappresenterebbe una possibilità per sottolineare le criticità di un territorio a forte rischio in termini di credibilità, crescita, fiducia complessiva nel futuro, con tendenze manifeste alla marginalizzazione progressiva di un’intera comunità senza molte occasioni per un futuro migliore. Lo sciopero odierno,secondo Michele Lombardo, potrebbe essere l’inizio di un percorso di mobilitazione contro la politica dell’attuale Governo nazionale, in quanto ci sarebbero una serie di questioni aperte sul tappeto: pensionati, esodati, ammortizzatori sociali in deroga, pubblica amministrazione. Il 19 novembre prossimo a Roma ci sarà una manifestazione pubblica per chiedere nuovi stanziamenti da utilizzare per gli ammortizzatori sociali. Inoltre sarebbero molti i punti che non convincerebbero i sindacati sugli impegni da parte del Governo: dal peso eccessivo della tassazione al manifatturiero, sul quale non ci sarebbero investimenti, pur rappresentando il settore portante dell’economia. Altro nodo è il dramma degli ammortizzatori in deroga: i fondi stanziati sono assolutamente insufficienti a coprire le necessità. Dentro i contenuti dello sciopero generale ci sono tutte le questioni legate alla ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere, un territorio passato dalla fase di crisi a quella di depressione,rimarcando che lo sciopero di oggi sarebbe per il diritto al lavoro, per lo sviluppo economico, per i giovani e per la tutela dei pensionati. I recenti dati sulla provincia dell’Aquila confermano un andamento assolutamente negativo con la disoccupazione al 12%, quella giovanile superiore al 40 %, ma l’Abruzzo, dal 2002 al 2012, avrebbe perso 3,2 punti percentuali di Pil, riallineandosi al Mezzogiorno. Durante il 2012 la provincia dell’Aquila ha fatto registrare un -26% di esportazioni rispetto al 2011, con un crollo di tutti i settori: -24% per gli alimentari, -67% per il farmaceutico. Il dato peggiore riguarderebbe, però, il ricorso mostruoso alla cassa integrazione: +40,3% nel 2013 rispetto all’anno precedente, con un massimo del +28% nel settore edile. Paolo Sangermano ha poi illustrato alcuni particolari caratterizzanti la provincia dell’Aquila, evidenziando le caratteristiche dell’occupazione locale tra industria e edilizia. Sangermano ha poi toccato il tema riferito all’occupazione giovanile che a L’Aquila supererebbe il 40% di inoccupati , contro il 33% della media abruzzese, mentre nel 2012 si sarebbero avuti 2 milioni 827mila ore di cassa integrazione ordinaria, 2 milioni 169mila ore di cassa straordinaria e 1 milione 916mila ore di cassa in deroga con 1426 le persone in mobilità: la cassa integrazione straordinaria sarebbe cresciuta nel 2012, rispetto al 2011, del 96%.
Umberto Trasatti si è quindi soffermato sui ritardi e le inadempienze del Governo che stanno bloccando la ripresa, soprattutto in provincia dell’Aquila, chiedendo che la legge di stabilità preveda interventi a sostegno della ricostruzione dell’Aquila e del cratere, perché la città e i comuni terremotati sono una sfida e una priorità per il Paese. In ultima analisi,lo sciopero odierno è stato una prima risposta alla crisi insopportabile che grava sul territorio. I sindacati sono apparsi concordi che se non vedranno dei risultati concreti avvieranno una lunga fase di protesta scendendo in campo per rivendicare il diritto alla rinascita economica e alla ricostruzione del territorio danneggiato due volte, prima dal terremo, poi dall’inefficienza della macchina governativa che anche l’Europa continua a bacchettare. Infine, Trasatti ha annunciato cher nei prossimi giorni le segreterie provinciali di Cgi, Cisl e Uil, chiederanno un incontro urgente con gli uffici della ricostruzione, in quanto appare urgente avere dei chiarimenti sui fondi destinati al rilancio delle attività produttive del cratere non ancora utilizzati


15 Novembre 2013

Categoria : Economia
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