La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (20 – fine)
L’Aquila – Il commiato: Lucci ha concluso con questa numero 20 la serie delle sue riflessioni, dei suoi ricordi aquilani, e non, di un ragazzo che amava il cinema e tentò di fare della sua una città del cinema. Ora Lucci vive a Milano, lavora per la Electa Mondadori, una gran bella soddisfazione e prova delle sue capacità . Ha pubblicato libri prestigiosi sul cinema e per il cinema. Lucci conclude, ironia della sorte, nel giorno in cui apprendiamo che per l’Accademia dell’Immagine (sua creatura) la sorte è probabilmente segnata. Spazzata via, la cultura in Abruzzo si cancella, spesso anche gli assessori alla cultura hanno la stessa sorte. Sarà un caso. Ma fa pensare. Oggi la politica ha decretato la morte dell’Accademia, ragioneristicamente con i conti alla mano. Senza risultati, per ora, la strenua e sensata difesa del sindaco Massimo Cialente. L’Aquila e le sue macerie, che non solo soltanto pietre, legno, ferro, cemento, polvere.
(Il ramo editoriale di Inabruzzo.com pubblicherà entro qualche settimana l’intera raccolta dei ricordi di Lucci)
(di GABRIELE LUCCI) – Puntata corta, l’ultima.
Ho sempre mal tollerato i congedi, i saluti alla stazione, gli arrivederci. Morti temporanee, vite in sospeso in attesa che succeda un’altra cosa. Per di piu’ nei pressi di una pausa si finisce sempre per pensarci su… per trarre delle conclusioni.
Perche’ dovremmo trarre delle conclusioni solo per il fatto che siamo all’ultima puntata? Tirare le fila prima di tirare le cuoia?! Stanare a forza con un ottuso specillo il senso di qualcosa, una morale? Lasciamo stare le cose dette finora come stanno, non sospingiamole verso l’approdo che ci fa piu’ comodo. Dovremmo essere rispettosi delle cose che ci capitano anche quando le abbiamo create noi. Lasciamole andare dove vogliono, in fin dei conti non siamo alle”cose ultime” della dottrina cristiana. Loro non ci appartengono piu’, incroceranno miliardi di altre cose e disordinate si mescoleranno con quelle di migliaia di persone che abbiamo conosciuto.
Non possiamo piu’ cambiarle, possiamo solo ricordarle. Vivono oramai per conto loro e basta. Dunque non sistemiamole, fermiamoci prima e nessuna conclusione forzata. E allora come la mettiamo? La mettiamo semplicemente cosi’. Consapevole di quanto appena detto, ma con un accenno di sorriso, mi avvio al rush finale ringraziando il mio editore”in abruzzo” per l’ospitalita’. Poi chiedo scusa a voi ragazzi perche’ avevo affermato che i consigli non servono, ed ero nel vero, ma sono precipitato dal crinale della saggezza e mi sono lasciato andare a qualche avviso ai naviganti, cosi’ come ho ecceduto nel rimuginare il passato con le troppe occasioni perdute in citta’.
E chiedo scusa anche ai miei ricordi per i non citati, quelli arrivati all’Aquila in occasione delle nostre iniziative, come Dario Argento, Claudia Cardinale, Ugo Gregoretti, Elena Sofia Ricci, Irene Papas, Roberto Benigni, il creatore di ET premio Oscar Carlo Rambaldi, lo sceneggiatore del Commissario Montalbano Salvatore De Mola, Piero Angela, Enrico Ghezzi, Manoel De Oliveira, Alain Robbe-Grillet. E’ la volta adesso di un deferente omaggio a quelli incontrati nel periodo del post-terremoto: Carlo Verdone, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Francesca Comencini, Carlo Crivelli, Stefania Sandrelli, Claudio Bisio, Paola Cortellesi e tanti altri.
Infine, a te ragazzo che avevo promesso soavi dolcetti, non hai che l’imbarazzo della scelta. Eccoli qui con i loro rivelati ingredienti : spruzzi di vita alla Jerry Lewis, allegri passi di danza garantiti da Fred Astaire, leggerissime ironie marca F.lli Coen, squisito dolly dalla stazione sul paese in “C’era una volta il west” di Sergio Leone, saghe metropolitane di prima scelta newyorkesi e spagnole firmate Woody Allen e Pedro Almodovar, velo di romanticismo alla Bertolucci e alla Nicolas Ray, pizzichi di genialita’ affidati alla coppia Federico Fellini/Billy Wilder e di fine erotismo garantito da Gilda/Rita Hayworth. E per finire alcuni sempreverdi sguardi, quello di Grace Kelly per Hitchcock, di John Wayne per Ford e del piccolo Jean Pierre Leaud per Truffaut. Il tutto condito dal folle amore per il cinema di Tarantino.
Ora ci siamo. Finalmente una dissolvenza sul nulla. That’s all folks. THE END
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