“A ddù la fica” (la frutta)
(Foto: Giò Kappa all’opera) – Era il grido promozionale più celebre del pittoresco mercato di piazza Duomo a L’Aquila cinquant’anni fa o di più: “A ddù la fica”, intendendo come tale i fichi, i frutti settembrini detti anche fellacciani. La contadina che li vendeva diffondeva con voce squillante l’annuncio (forse parlava di due o duecento lire, chi sa, erano altri tempi). Il doppio senso era greve, ma lei lo voleva, inconsapevole del fatto evidente di non possedere alcuna grazia palese o nascosta da offrire ai maschietti. Lei voleva solo vendere i suoi fichi, ma alludeva… Grassa, canuta, poco odorosa, era il contrario esatto dell’avvenenza.
Quel mondo potrebbe rivivere se tornerà , come pare il Comune voglia, il “mercato contadino”, certo mutatis mutandis. Niente da spartire con l’antico mercato di verdure e primizie dei campi che le contadine della periferia mettevano in scena, negli anni Cinquanta, la mattina, tra le bancarelle, sedute per terra a gambe incrociate, con carciofi e zucchine sui fazzoletti a quadratoni.
L’idea di lasciar rivivere il mercato contadino sarebbe piaciuta al non dimenticato cantore televisivo della piazza, quel bonario Giò Kappa, Giuseppe Massari, che fu il maestro – senza saperlo – della televisione-verità , del reality più genuino, e stazionava per ore (telecamera in spalla) tra mercanti e venditori di uova fresche o terrosi spinaci appena colti. Il caro, vecchio amico Giò Kappa. Tutti dormono sulla collina, anche Giò Kappa e i suoi amici di piazza Duomo. Ma forse ci sarà una nuova primavera, per L’Aquila ormai senza identità , sbiadita. Le ombre riprenderanno corpo, nel Sole di una nuova piazza del mercato, chi sa dove. L’altra vita riapparirà . O forse la sogneremo soltanto, finchè dureranno i ricordi e chi li custodisce, silenziosi e protetti dalla tenerezza.
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