La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (18)


L’Aquila – Stavola Lucci pensa ai giovani, ai tanti che vorrebbero ma non possono, a chi si sente escluso senza remissione di peccato, a chi pur avendo numeri, idee, requisiti, voglia e spirito di abnegazione, si vede sbattere tutte le porte in faccia e sente soltanto “no”, oppure peggio ancora “poi vedremo, ripassa domani, per ora c’è un problema”. Sì, il problema c’è ed è l’Italia, paese in cui è sempre più arduo scegliere di vivere. Tanti ne sono convinti e vanno via. La cosa peggiore che possa capitare. Provi rabbia quando leggi che magari un giovane costretto ad andarsene, altrove ha incontrato subito apprezzamento e riconoscimento del merito, ed ha sfondato. Vallo a spiegare ai ragazzi… magari precari a quattro soldi da anni, e poi buttati via.

(di GABRIELE LUCCI) – Devo una risposta a un ragazzo. Io e lui al bar. Insieme al caffe’ mi arriva anche un messaggio da questo giovane amico. Sintetizzo: ….ma almeno tu, anche se tra mille problemi, hai fatto qualcosa, buoni risultati e pure sconfitte, d’accordo, ma hai giocato la tua partita. Noi giovani invece non possiamo per assurdo nemmeno perdere, semplicemente perche’ non possiamo nemmeno piu’ fare il nostro gioco! Abbiamo perso troppo, tutto. E poi, tutte queste tue parole a che servono quando io scorgo sullo sfondo, da tempo, solo il cupo addensarsi di guai che preannunciano giorni tristi e difficili da condividere come sempre con i miei amici? In Italia e’ duro vivere, da noi quasi impossibile .
Difficile dargli torto. In condizioni normali mi sarei appellato all’eterna insoddisfazione dell’uomo, quella di voler appartenere come nel film di Woody Allen “Midnight in Paris” sempre a un’altra epoca, o al fatto che ci imbattiamo bene o male sempre nelle stesse difficolta’ durante la nostra ciclica storia. Ma la straordinarieta’ in cui vivono la nostra citta’ e i suoi giovani abitanti non mi lascia scampo. Prendo tempo, abbozzo qualche risposta ma non ci credo neppure io. Maturo quindi l’idea di non voler parlare di cinema in questa puntata.
Mi rendo conto che oggi i tanti, veri problemi della comunita’ ridimensionano ogni altro discorso, rendendolo futile e inabissandolo immediatamente per la sua inconsistenza nel magmatico fondale della nostra memoria, del nostro vacuo vissuto. Ed e’ li che finiranno anche le mie irrilevanti e banali ossessioni cinematografiche. Ne sono consapevole, ma bisogna ad ogni costo andare avanti e per farlo, ragazzo mio, dobbiamo aggrapparci a qualsiasi appiglio. Prendere quanto accaduto anche, e per certi versi non abbiamo scelta, come una opportunita’ di cambiamento, forti di una terribile esperienza che riordinandoci le priorita’ puo’ solo renderci migliori nel futuro. Allora perche’ non pensare a qualcosa di nuovo?
Dammi un buon motivo per non farlo. Se come dici tu hai perso tutto…che ci rimetti? Paradossalmente non hai piu’ niente da perdere. Non ti costa nulla progettare un tuo nuovo mondo. Riflettici. Progettare e’ una delle attivita’ piu intriganti che ci e’ dato di poter svolgere. Gli atti della creazione sono infiniti. Con la tua fantasia puoi riempire il puzzle della tua vita e metterti a crocevia con quella degli altri. Non e’ poco!
Puoi cambiare in qualsiasi momento solo che tu lo voglia il corso della tua esistenza, conoscere nuove persone e trovare quelle affinita’ che ti apriranno nuove strade. Hai tra l’altro a disposizione nuovi strumenti come la grande rete informatica. Puoi cosi’ con il computer osservare e progettare, non dimenticando tuttavia che e’ sempre lui che gira e non tu chiuso in una stanzetta 4 per 4! La strada. Qualunque strada. Ecco la nostra maestra di vita. E’ li’ che tutto si compie, on the road. Evitando un passo da funerale potrai incrociare mille destini, caleidoscopiche vite, sogni e realta’ che ti sorprenderanno, sempre che tu sia disponibile a vivere tutto e senza paura. Perche’ non c’e’ nulla di cui avere veramente paura. Retorica? Non penso. E poi dobbiamo pur credere in qualcosa.
Pensa invece tu al cinema che riflette e talvolta anticipa la realta’. Anche in questo ambito artistico, nelle sceneggiature, nei film, dopo aver colpito senza pieta’ allo stomaco lo spettatore costringendolo a sopportare situazioni drammatiche, averlo completamente disorientato e quasi messo al tappeto, ecco che alla fine gli si lancia sempre una ciambella di salvataggio. Sono quei film, come ricordava Truffaut, che ci aiutano a vivere. Non ci nascondono la nuda realta’ ma ci sostengono per affrontarla con qualche speranza in piu’. Modestamente spero anch’io che, pur in un contesto angosciante, ti abbia lanciato qualche ciambella. E se non ci sono riuscito finora e’ bene che mi dia da fare, restano solo 2 puntate a questi appunti/disappunti per gettare qualche luce qui e la’ sul nostro comune percorso. Ti prometto che lo faro’.


07 Novembre 2013

Categoria : Cronaca
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