Il racconto – Scuola di furbizia
(di Stefano Leone) – Ci sono molti modi di essere furbi. C’è la prima variante. Quella cosiddetta del finto imbecille: si passa un po’ da stupidi, ma in compenso non si pagano mai le tasse. La seconda, la più diffusa in Italia, ovvero la variante del politico. Questa prevede anche la copertura offerta dal popolo bue degli elettori. E c’è la terza. Quella dell’imboscato o del finto invalido. Ovvero quella che si basa sul magna tu che magno anch’io. In base a questa variante, che è piuttosto difficile da realizzare, e non priva di rischi, devi accettare di farti un po’ male. Si fa così.
Accendi un grosso sigaro. Quando è ben acceso lo immergi, dalla parte della brace, in una bella brocca di vino rosso. Dopo un’ora bevi tutto il contenuto della caraffa, sigaro compreso. Ti garantisco un’aritmia galoppante. Da riforma definitiva o, alla peggio, da servizi sedentari. A quel punto, male che vada, la fureria non te la leva nessuno. Neanche in caso di guerra. E anche tu, dopo, prenderai le tue medaglie. Potrai raccontare di aver volato i cieli del mondo e, se anche non avrai mai visto il Tropico del Cancro, poco importa. Avrai avuto il doloroso e non facile compito di cancellare tanti nomi di bravi ragazzi dai ruolini di Compagnia. I caduti della professione. Ma almeno tu resterai vivo. Che in fondo è l’unica cosa che conta.
Poi da vecchio potrai sempre chiedere la pensione d’invalidità giustificandola con le numerose radiazioni cosmiche assorbite. Tanto chi ti controlla… gli altri, nel frattempo, saranno tutti morti. Insomma, la furbizia paga sempre. Io ho istituito una scuola ad hoc. Ma al momento non si è ancora iscritto nessuno. Non sarà che non sono abbastanza furbo? Mah… sono alquanto pensieroso. La cosa mi perplime non poco. O forse il più furbo di tutti sono io. Non so. Ma vediamo l’ultima variante, quella del combattente. Ovvero la variante della colomba da guerra. E’ l’unica variante inclusa nel programma didattico della mia scuola. Funziona così… Tu decidi di andare all’attacco, perché il generale, dalla sua poltrona nel bunker antiatomico, ha ordinato l’assalto. Tutti gli altri fanno il tifo per te. Vai avanti liberamente perché ci credi. E quando muori te la prendi in quel posto. Perché nel frattempo è cambiato il governo e ti dicono che non ti danno la medaglia perché avevi sbagliato da che parte stare. Dovevi stare dall’altra parte. Quella giusta. Ma dove sta la furbizia nel farsi ammazzare? Te lo dico io. Se credi in quello che fai. Se riesci ad essere sincero. Se credi nell’amicizia. Se sei capace di amare. Se credi nel valore della lealtà . Se sai perdonare… allora muori.
Muori in libertà perché c’hai creduto. Ma in questo caso vai in paradiso. Mentre i fessi, quelli che credevano di stare dalla parte giusta, precipitano nell’inferno. In paradiso si mangia cioccolato a crepapelle e si beve vino buono senza prendersi il colesterolo e senza ubriacarsi di brutto. In paradiso puoi amare ed essere amato da tutte le persone che vuoi. Puoi ballare in tutte le discoteche della galassia. Puoi suonare divinamente un qualsiasi strumento musicale. Puoi possedere una Ferrari testa rossa di color celeste e una meravigliosa villa al mare, ma anche una bellissima baita in montagna. In paradiso puoi possedere anche un inesauribile conto in banca. E puoi indossare abiti angelici firmati da stilisti celestiali. All’inferno, invece, c’è un puzzo indiavolato e vieni preso costantemente per il culo da tutti quei coglioni che, come te, credevano di essere i veri furbi.
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