Babylucciole: la Procura vuol saperne di più


L’Aquila – LA PROCURA AVVIA UN’INDAGINE DOPO “NOTITIA CRIMINIS” – Le rivelazioni di mons. D’Ercole (notitia criminis, e quindi oggetto di indagine da parte della Procura) sulla baby prostituzione hanno fatto rumore anche sulla stampa nazionale, forse perché è un prelato a farle, ma sicuramente non annunciano fatti nuovi o sorprendenti. La prostituzione delle giovanissime è un amaro scenario già ben noto, e verificato anche localmente, con un episodio conclamato avvenuto a Pizzoli. Una realtà non recente di cui, forse, bisognava preoccuparsi con maggiore partecipazione da molto tempo.
Prende posizione e lo fa con comprensibile prudenza anche il Comune.
“Non c’e’ dubbio che le affermazioni di monsignor D’Ercole abbiano destato in noi una certa preoccupazione ma, finche’ si tratta di sue dichiarazioni o sentori o impressioni, non possiamo che attendere l’approfondimento delle forze dell’Ordine, peraltro, gia’ impegnate in una campagna sul territorio tesa a sensibilizzare e a raccogliere dati sulla violenza sulle donne”. E’ quanto si legge in una nota a firma della Giunta comunale dell’Aquila. “Sicuramente la Chiesa – prosegue la nota – e’ un osservatorio privilegiato ed anche un solo caso sospetto o taciuto di baby prostituzione rappresenta un dato allarmante ed assolutamente intollerabile. Quello che sicuramente emerge, invece, ed e’ evidente e sotto gli occhi di tutti, e’ il disagio sociale che la citta’ sta vivendo dal dopo terremoto. Una citta’ che ancora soffre l’incertezza della sua ricostruzione con l’incertezza dei fondi, oggi non sufficienti per il rispetto tempi del cronoprogramma. Abbiamo comunque chiesto un incontro col Prefetto per fare chiarezza sulla vicenda anche perche’, se il nostro territorio dovesse essere davvero a rischio, chiederemo immediatamente un piano d’intervento sociale a Governo e Regione per l’istituzione di un osservatorio speciale sul fenomeno e l’istituzione di un numero verde. Intanto, qualora il fumus sollevato da monsignor D’Ercole, fosse confermato, sara’ nostra premura istituire anche un tavolo di lavoro per prevenire e fermamente contrastare il dilagare del fenomeno. Al di la’ di mere ipotesi tutte ancora da confermare – conclude la Giunta comunale – resta il fatto che chiunque dovesse venire a conoscenza di un qualsiasi tipo di abuso o violenza su minori e’ tenuto ad informarne immediatamente le forze dell’ordine ed i servizi sociali che, chiaramente, garantiranno l’anonimato della fonte.”
Sul presunto giro di baby prostitute la magistratura aquilana ha avviato una “indagine preliminare”. Lo ha confermato all’Agi il procuratore capo della Repubblica Fausto Cardella. “Al momento – ha spiegato – siamo appena alla fase iniziale, all’acquisizione, cioe’, di una ipotetica notizia di reato che abbiamo appreso solo dai giornali”. Il fascicolo e’ stato assegnato al sostituto procuratore David Mancini il cui pool ha competenza su questo genere di reati”. Anche per quanto riguarda le affermazioni di monsignor D’Ercole, il procuratore capo e’ molto cauto tanto che parla di “presunte dichiarazioni”. Non e’ pertanto escluso che lo stesso prelato possa essere ascoltato in qualita’ di persona informata sui fatti. Le baby squillo, alcune delle quali avrebbero meno di 14 anni, si sarebbero prostituite anche per ottenere una ricarica telefonica. “Se dagli accertamenti dovessero emergere della verita’ su quanto riportato dai mass media – ha aggiunto il dottor Cardella – l’inchiesta subira’ un salto di qualita’. L’obiettivo, ovviamente, e’ identificare i presunti sfruttatori”.


06 Novembre 2013

Categoria : Cronaca
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