Marineria, si torna in trincea
Pescara – (Foto: le proteste dei pescatori per il dragaggio e Mimmo Grosso, il capo degli armatori) – Se non cambierà nulla, martedì si torna in trincea, come ai tempi del mancato dragaggio che in sostanza rovinò i pescatori e inasprì i loro animi. Stavolta, però, annunciano gli armatori, la trincea sarà di asfalto e cemento: l’asse attrezzato che unisce Pescara a Chieti. Lì avrà luogo la manifestazione di protesta contro le salate multe inflitte dalla Capitaneria a 18 pescherecci trovati in acque in cui non dovevano trovarsi, e sanzionati senza esitazione. Oltre alla multa, sequestro delle reti e taglio di punti sulla patente nautica. Come dire, un riduzione del valore del peschereccio, e di questi tempi davvero nessuno può permetterselo.
I marinai non vogliono sottostare a leggi e regole?
No, non è esatto. La marineria pescarese è stata impoverita, vilipesa, messa all’angolo per anni, a causa degli interventi che erano necessari (e assolutamente normali, di routine) per la fruibilità del porto canale. Semplicemente per farlo funzionare, come funzionano altri porti. Politica, istituzioni, burocrazia, omissioni, ritardi, sordità caparbie hanno portato alla chiusura del porto e alla perdita dei collegamenti turistici con la Croazia dirimpettaia ma non raggiugibile da Pescara: il colmo. Danni profondi per l’economia, politici arruffoni e ciarlieri. Interventi tardivi e insufficienti. Poi il fermo pesca e incursioni di pescatori estranei, segnalate ma senza apprezzabili esiti. La Capitaneria avrebbe potuto adoperare metodi meno ruvidi e inflessibili, nei confronti di lavoratori stanchi, stremati e in pessime condizioni economiche. E invece, batosta.
Martedì si torna, quindi, alla protesta. E chi sa cos’altro, data l’esasperazione dei pescatori e degli armatori.
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