Mediamuseum, omaggio a Fellini
Pescara – Al Mediamuseum stasera alle ore 17,00 sarà ricordato Federico Fellini nel ventennale della morte. Per l’occasione la Mediateca d’Abruzzo (con sede nel Mediamuseum) con la Fondazione Edoardo Tiboni per la cultura in Abruzzo proporranno una video intervista al grande regista realizzata da Beniamino Placido ed estratta dal documentario “La Roma di Flaiano” ed il film “Le notti di Cabiria”, frutto della collaborazione con lo sceneggiatore e scrittore pescarese: Chieti dal 4 all’8 novembre p.v. sarà invece proiettato “Che strano chiamarsi Federico. Scola racconta Fellini” recentissimo film che Scola ha dedicato al regista romagnolo: si compone di un linguaggio che intreccia scene scritte e ricostruite a Cinecittà con materiali di repertorio, scelti dagli archivi delle Teche. Il film viene raccontato infatti in terza persona, il narratore è il bravo Vittorio Viviani e “si apre” con l’arrivo a Roma di Federico Fellini appena diciannovenne, interpretato da Tommaso Lazotti, dove ha inizio la sua collaborazione con il giornale satirico “Marc’Aurelio”, è il 1939. Lungo gli anni quaranta Fellini nel frattempo inizia a collaborare come sceneggiatore per diversi registi, e di lì a poco farà l’incontro con alcuni dei futuri compagni di viaggio, come Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. Parallelamente anche il giovane Ettore Scola, di undici anni più giovane, siamo nel 1948, entra a far parte del “Marc’Aurelio”. Ben presto farà la conoscenza di Fellini e tra i due nascerà una profonda amicizia. In occasione del ventennale della morte di Fellini, Ettore Scola ci racconta il suo incontro con il creatore della Dolce vita in una sorta di album di immagini e di memorie. Un ritratto che nelle intenzioni del suo autore vuole essere gioioso come lo era il regista riminese. Sul filo dei ricordi, Che strano chiamarsi Federico – Scola racconta Fellini regala un’originalissima e personale lettura di Fellini. Un film che rifugge i toni nostalgici, per privilegiare il tono ironico e lieve di un “grande Pinocchio” che non è mai divenuto un “bambino perbene”. Chiude il film, una sapiente carrellata di sequenze tratte dalle opere che hanno reso celebre nel mondo il grande Federico.
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