“Il vergognoso primo novembre aquilano, quei 308 morti dimenticati da tutti”
L’Aquila – Da “Anonimo aquilano” riceviamo ed eccezionalmente pubblichiamo, trattandosi di un anonimo: “Tragedie come quella che ci ha colpiti il 6 aprile scorso, dovrebbero insegnare molto e fare scuola per anni. Siamo tutti bravi a riempirci la bocca di belle parole, a ostentare atti di generosità immani, ma poi tali solo nelle chiacchiere.
Sono uno dei tanti dipendenti precari del centro commerciale L’Aquilone, e per via di questa mia precarietà voglio mantenere l’anonimato anche se non è mio costume farlo. La spiegazione di questo mio anonimato è semplice; in quanto precario, la mia denuncia che seguirà questo preambolo, è diretta, tra gli altri, al mio luogo di lavoro (il centro commerciale appunto) e mettendo in preventivo che in Italia e non solo, la libertà di pensiero e di parola è tale solo in maniera astratta, la ritorsione nei miei confronti sarebbe immediata e letale (letale per il mantenimento del mio posto di lavoro).
La comunità Aquilana, quella tremenda notte di Aprile è stata privata della vita di 308 persone, Aquilane di nascita o di acquisizione, è stata ferita nell’animo e le cicatrici che ne sono scaturite marchieranno per sempre ogni singola persona che ne fa parte. Il primo ed il due di novembre sono date che ci riportano dinanzi agli occhi la memoria dei cari affetti che nel corso della vita abbiamo perso; questo è lo scopo di queste giornate definite in maniera errata dai più “festività” , ma che di festa hanno ben poco. Quest’anno, queste due giornate dovrebbero avere una valenza maggiore per la nostra città e un gesto da parte dei soggetti più in vista era ed è auspicabile.
Purtroppo però la realtà è un’altra e ci rendiamo conto di quanto la memoria a breve sia sempre la prima a sparire, quando si vogliono perseguire logiche di mercato, di consumismo di capitalismo, di guadagno!
Il minimo gesto per la memoria delle 308 vittime era quello di listare a lutto ogni attività commerciale in occasione di queste 2 giornate o di almeno una di esse e di lasciare per una volta le serrande abbassate. Ed invece la vergognosa rincorsa all’utile si è anteposta al rispetto per le vittime. I due maggiori agglomerati commerciali Aquilani, ossia il centro Commerciale L’Aquilone e il Globo Center, saranno aperti come nulla fosse, sprezzanti del ricordo e del dolore che ancora ci riempiono il cuore.
Trovo vergognose e abominevoli le giustificazioni che si sentono in giro; si parla di permessi per la chiusura negati dal comune e di gesto di affetto nei confronti dei cittadini che la domenica e nei giorni di festa non hanno altri luoghi in cui recarsi.
Fosse vera la prima affermazione (di cui dubito molto) come minimo chi ci governa dovrebbe vergognarsi e infilare la testa sotto la sabbia. La seconda giustificazione invece è paradossale perché ritengo che ben pochi soggetti abbiano voglia di starsene in giro per negozi in una giornata tanto triste per la nostra povera città.
Quasi a voler giustificare questa mancanza si parla di chiusura per il 6 aprile 2010. Mi viene da dire che sarebbe il minimo, ma anche che la chiusura del primo novembre non avrebbe precluso la serrata per il 6 aprile venturo e viceversa.
Un’altra vergogna che vorrei portare agli occhi dei concittadini è il manifesto di sponsorizzazione della serata di Halloween di una discoteca della periferia Aquilana di recente riapertura.
Il manifesto (abbastanza raccapricciante) che campeggia in formati maxi su diversi tabelloni è così impostato: c’è una foto (o disegno molto realistico) di una mano mozzata all’altezza del polso con sotto una scritta: “Ogni puzzle ha i suoi pezzi”.
Senz’altro la trovata è decisamente accattivante visto il tema della serata, ma possibile che nella mente di chi l’ha concepita non sia passato il pensiero che di immagini crude come quella ma decisamente reali, in città ve ne siano state fin troppe nei giorni del terremoto e del recupero dei corpi straziati? E poi si sente così necessariamente il bisogno di festeggiare una festa così lontana dalle nostre tradizioni e così palesemente in contrasto con la nostra realtà attuale? Sono anche io giovane e ho voglia di ripartire e di tornare ad una vita normale con i suoi divertimenti, ma questa trovata la reputo decisamente squallida,fuori luogo e di cattivo gusto. Per concludere, voglio augurarmi che questa esperienza luttuosa abbia realmente toccato le menti dei più, e che solo una minoranza, tra cui coloro i quali hanno preso le decisioni sopra esposte, abbia perso il lume della ragione e della decenza.
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