8 testimoni per capire le responsabilità di Bertolaso
L’Aquila – Domani pomeriggio presso il tribunale dell’Aquila in località Bazzano si svolgerà un’importante camera di consiglio riferita alle denunce presentate nei confronti di Bertolaso Guido da alcuni parenti delle vittime del sisma del 6 aprile 2009 che lo ritengono responsabile dell’organizzazione dell’operazione mediatica della Commissione Grandi Rischi per smentire Giampaolo Giuliani piuttosto che per fare analisi del rischio sismico.
I parenti delle vittime che si stanno battendo da soli per sostenere e far emergere tale verità sono gli stessi già coinvolti nel processo alla commissione grandi rischi il cui primo grado di giudizio, lo ricordiamo, si è concluso con la condanna a 6 anni per i 7 componenti della stessa commissione per non aver effettuato correttamente l’analisi del rischio come prevedeva la normativa.
A seguito degli esposti dei parenti delle vittime, il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Romano Gargarella durante la prima camera di consiglio aveva chiesto alla procura ulteriori indagini a carico dell’ex capo dipartimento della Protezione civile e commissario per l’emergenza terremoto dell’Aquila nel 2009 mentre aveva archiviato la posizione dell’ex assessore al ramo della Regione Abruzzo Daniela Stati. Ricordiamo che in riferimento alle posizioni dei due indagati i pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio avevano chiesto l’archiviazione per entrambi gli imputati.
Dura e intransigente la posizione dei familiari delle vittime che ritengono incontrovertibili, oggettive e non opinabili le intercettazioni riferite all’organizzazione dell’operazione mediatica da parte del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, organizzata, secondo gli stessi, utilizzando lo strumento istituzionale della Commissione Grandi Rischi sul posto per smentire le previsioni di Giampaolo Giuliani, piuttosto che per effettuare un’analisi del rischio sul territorio così come prevede la normativa di riferimento. Secondo i familiari delle vittime non è rilevante il contenuto scientifico o meno delle dichiarazioni di Giuliani essendo i ruoli della Protezione Civile e dell’organo scientifico consultivo orientati per legge all’analisi del rischio per, eventualmente, attuare o meno attività di prevenzione. In ogni caso, il silenzio della CGR, piuttosto che le rassicurazioni con la famosa conferenza stampa, avrebbe comportato sicuramente minori vittime avendo lasciato inalterato il livello di tensione e di allarme della popolazione abituata culturalmente a convivere con i terremoti.
Evidente e ugualmente non opinabile secondo i parenti delle vittime, essendo loro testimoni diretti dell’accaduto, la presenza della causalità tra il comportamento dell’ex Capo della protezione civile nazionale, Guido Bertolaso, la conseguente perfetta organizzazione dell’operazione mediatica da parte di specialisti della comunicazione ed il conseguente comportamento della popolazione dell’Aquila e purtroppo delle vittime che si sono fidate, convinte a rimanere a casa, nonostante il pericolo fosse evidente. I familiari delle vittime dopo 4 anni di processi e di ascolto dei testi per arrivare alla verità hanno capito bene che nessuno poteva prevedere i terremoti ma questo valeva a maggior ragione anche per coloro che istituzionalmente negavano tale possibilità attraverso una tranquillizzazione forzata della popolazione. Chi aveva competenza scientifiche e rivestiva un ruolo istituzionale era ben consapevole del rischio che correva la popolazione se fosse accaduto l’irreparabile. E questo purtroppo è accaduto e la legge italiana per tali fattispecie, anche se sfortunate, prevede la colpa per dolo eventuale e non il reato di omicidio colposo plurimo.
Nella registrazione audio che ha dato il via agli esposti dei parenti delle vittime si sente l’ex sottosegretario Bertolaso dire all’assessore Stati di voler convocare la riunione per un’operazione mediatica con cui tranquillizzare gli aquilani preoccupati dallo sciame sismico che non dava tregua.
Risulta inoltre troppo evidente e ripetuta la volontà di far passare alla popolazione il messaggio, che poi si è rilevato non scientifico, secondo cui più scosse faceva e più la situazione era favorevole per lo scarico di energia. Tale concetto affermato da Bertolaso nell’intercettazione è passato alla popolazione addirittura anche con un’intervista a questa testata rilasciata precedentemente alla CGR da De Bernardinis Berardo il 31 marzo 2009 nonostante lo stesso non fosse uno scienziato bensì fosse come ribadito più volte dal suo avvocato un ingegnere idraulico non capace di esprimere concetti scientifici. Il concetto fu poi confermato nella successiva riunione degli scienziati e divulgato con la ormai famosa conferenza stampa mista tra politici e componenti della commissione che per normativa potevano rivolgere i loro contenuti solo e soltanto alla Protezione civile nazionale che ne avrebbe fatto l’uso più consono. Ma le cose per volontà di qualcuno andarono diversamente ed è questo il motivo per cui domani i sette imputati condannati nel processo alla Commissione Grandi Rischi oltre al fondatore della Protezione civile Zamberletti unico non presente a quella riunione saranno ascoltati dalle parti offese e dalla Procura per capire nei dettagli cosa avvenne in quei giorni precedenti il 31 marzo 2009.
Da sempre l’avvocato di Bertolaso, Filippo Dinacci, ha affermato che non è possibile immaginare una responsabilità di Guido Bertolaso in questa vicenda.
Domani vi racconteremo se le otto persone chiamate dal giudice Giuseppe Romano Gargarella si avvarranno della facoltà di non rispondere alle domande degli avvocati dei parenti delle vittime o se collaboreranno a far luce su tutto l’accaduto senza tecnicismi di procedura penale.
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