Consumismo, storia e tradizioni
Barisciano – SANTA CATERINA, CULTO RISALENTE A CROCIATI PARTITI DA BARISCIANO – (Foto: un martirio di S.Caterina e la fiera dedicata a lei a Barisciano) - Walter Salvatore ci invia il testo integrale dell’articolo sulle origini della Fiera di Santa Caterina a Barisciano a cura del concittadino Roberto Marinucci, membro della Deputazione di Storia Patria di Abruzzo e Molise:
“Il mio personale disappunto mi induce ad intervenire nel dibattito apertosi a Barisciano sullo spostamento alla domenica della annuale Fiera di Santa Caterina, che si svolge da circa 700 (diconsi settecento) anni il 25 novembre.
La Fiera, sicuramente una delle più antiche in Italia, fu istituita per regio decreto nel Trecento e fissata per il 25 novembre proprio per ricordare Santa Caterina d’Alessandria, coprotettrice di Barisciano, insieme a San Flaviano, arcivescovo di Costantinopoli.
Il loro culto, ormai quasi millenario nella cittadina, fu introdotto dopo il ritorno dalla prima Crociata di alcuni guerrieri partiti da Barisciano, che probabilmente riportarono anche alcune reliquie dei due grandi Santi, che erano stati martirizzati in Medio Oriente. Il 25 novembre (del 305 dell’Era Cristiana) era per l’appunto la data in cui Santa Caterina fu martirizzata.
Anche nei momenti di crisi, guerre e pestilenze, la Fiera si è sempre svolta ed è sempre stata fra le più importanti della provincia aquilana, insieme a quella di Pasqua a Paganica ed a quella di ottobre a Tornimparte.
L’antichissima Fiera di Santa Caterina, per molti secoli, fu punto di riferimento addirittura a livello mondiale, perché in essa veniva quotato il prezzo dello zafferano, a valere sull’intero mercato nazionale e sui commerci internazionali della preziosa spezia.
La cultura dello zafferano a Barisciano raggiungeva nei periodi di maggior fulgore una produzione di oltre mille chilogrammi; ancora nel 1890, ad esempio, furono prodotti ben 330 chilogrammi, su trentuno ettari coltivati.
Oggi, purtroppo, pur essendo a Barisciano ancora ben presente la coltivazione della spezia, sembrerebbe che la patria di essa sia sempre stata Navelli, come Santo Stefano di Sessanio della lenticchia, ma è indubbio che nei secoli di maggior splendore sul piano economico, cioè dal Trecento al Settecento, pur essendo lo zafferano prodotto non solo in tutta la piana di Navelli, ma anche in quella di Capestrano ed in quella di San Demetrio, era Barisciano il centro propulsivo della produzione e del commercio della spezia.
Ora dunque si vuole spostare la Fiera alla domenica, per imprecisate esigenze di ordine commerciale; sembrerebbe che si vogliano così promuovere altri interessi commerciali, di prodotti tipici locali e forestieri. Ritengo che questi interessi si possano benissimo premiare in altra occasione, d’estate, d’autunno e d’inverno, con altre manifestazioni, in date da scegliere, ma senza spostare la data di una Fiera antichissima.
Chi glielo spiega ai nostri emigrati all’estero che la tradizionale Fiera di Santa Caterina non si celebra più il 25 novembre? Forse ci si dimentica che nella nostra storia le Fiere, e le loro intangibili date di svolgimento, venivano stabilite con regio decreto, o almeno, dopo l’unità nazionale, con decreto prefettizio (la molto più recente Fiera dell’Assunta, a Barisciano, fu istituita con decreto del Prefetto dell’Aquila del 6.8.1869, e nessuno si sogna di volerne spostare la data).
“La spinta al rinnovamento del Paese” – scriveva nel 1974 il nostro grande concittadino Prof. Raffaele Giannangeli, storico principe del nostro passato (purtroppo già in fretta dimenticato) – “non sia disgiunta dall’impegno alla conservazione ed all’amore alle cose che i nostri padri ci hanno lasciato, in quanto esse costituiscono un patrimonio storico-culturale non più ripetibile e reperibile, e rappresentano l’anima, lo spirito…. di questo antico aggregato… che nel cuore di tutti coloro che ci sono nati si sintetizza nel nome BARISCIANO”.
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