Stalle chiuse, vacche ai pascoli alti: il “bifolco” che da solo stanò molti grandi affaristi


Ofena – (di Dino Rossi, COSPA allevatori, nella foto alla guida di un mezzo agricolo) – LA COLDIRETTI SI DICE INDIGNATA – Come avete capito non si tratta dell’antico proverbio che tutti conosciamo, ma comunque ci si addice in pieno per quello che per cinque anni è accaduto in tutt’Italia.
Come già scritto molte volte in passato, anche spesso su questo giornale, sono nate associazioni che, per lunghi cinque anni hanno spadroneggiato su tutto il territorio nazionale. Ci sono state denunce di ogni tipo, articoli su quotidiani maggiormente su quelli on line, persino un inchiesta della magistratura, partita dalla Corpo Forestale dello Stato, per chiudersi in Abruzzo. I risultati sono stati scadenti, questi personaggi, aiutati dalla politica e dalle organizzazioni sindacali, l’hanno fatta franca, hanno continuato ad incassare soldi della UE con metodi assai discutibili.
Si sono allargati a macchia d’olio, dove hanno trovato sindaci compiacenti, che addirittura hanno concesso illegalmente a queste associazioni, gli usi civici. Terreni situati in zone impervie, abbandonate dagli allevatori locali, in quanto privi di strade di accesso, come accaduto nell’aquilano. Mentre incassavano contributi, queste associazioni diventano sempre più autoritarie, riuscendo ad accaparrarsi i pascoli dei comuni, dove amministrano sindaci… distratti.
Gli allevatori locali, lasciati senza pascoli, sono stati costretti a stipulare contratti con queste società venute dal nord. In sostanza, dopo che questi hanno acquistato usi civici, dove gli allevatori locali avevano già pagato al comune la fida pascolo, sono stati costretti a firmare un contratto di “fida pascolo” per poter portare gli animali in montagna. Nel contratto non è previsto nessun tipo di canone, voi ci credete? Noi no. Gli allevatori si lamentano per anni verso le associazioni di categoria, ma per lunghi cinque anni, Coldiretti Cia e CONFAGRICOLTURA tacciono, nessuno di queste prende iniziative a tutela degli allevatori locali.
Alcuni allevatori, stufi di questi, si rivolgono al Cospa Abruzzo, che si mette all’opera e con “i suoi potenti mezzi e, con l’aiuto di radio stalla” inizia a capire il funzionamento di questa macchina mangia soldi. Iniziano ad uscire i primi articoli sulla stampa, di lettere inviate alla Questura e alla prefettura dell’Aquila e inaspettatamente inizia a muoversi qualcosa, lo scrivente viene contattato telefonicamente con proposte allettanti. È passato qualche tempo, la Forestale incaricata dal Prefetto dell’Aquila, inizia attività investigative su tutto l’Abruzzo, vengono ad acquisire alcuni documenti in mio possesso, ma ad oggi nessuna cosa di concreto: comunque, la COLDIRETTI, non si sa bene per quale motivo, scrive al Prefetto. Finalmente…
Intanto, le notizie continuano a confluire tramite radio stalla e dopo aver esaminato notizie e documenti, come la relazione fatta dai carabinieri del NAC, (nucleo antifrode comunitarie), viene inviato un comunicato stampa agli organi di informazioni, nel quale si evidenzia la possibilità, che i titoli AGEA spalmati sugli usi civici, possono essere riconducibili alle 300.000 mucche fatte vivere… per ben 83 anni, quindi non avendo superficie a disposizione si è pensato bene i pascoli demaniali. Dalla pubblicazione non è passata nemmeno un’ ora ed ecco una telefonata minacciosa, da un personaggio che non ah avuto il coraggio di presentarsi, ma riconducibile a qualche rappresentate di queste società. Dopo qualche giorno, la CONFAGRICOLTURA scrive al commissario AGEA, in seguito, l’assessore regionale Mauro Febbo, riferisce alla stampa: “L’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, interviene in merito all’annosa problematica dei prati pascolo, dopo la circolare Agea che dispone che a partire dalla campagna 2014, ai fini dell’ammissibilità delle superfici dichiarate a pascolo magro, non è possibile considerare il pascolamento da parte di terzi”. Scrive Febbo: “La risoluzione varata da Agea, che accogliamo con grande soddisfazione, rappresenta il frutto del lavoro portato avanti in questi mesi dal sottoscritto in stretta collaborazione con le colleghe di Marche, Umbria e Lazio. Collaborazione che ha sicuramente dato maggiore forza alle nostre osservazioni. Personalmente ero certo che si arrivasse ad una soluzione positiva della vicenda e per questo già nel corso del Tavolo verde, svoltosi il del 19 settembre scorso, avevo anticipato che a breve si sarebbe arrivati a chiudere la partita. Precedentemente su una materia che non è di competenza regionale, avevo inviato una lettera diretta al Ministro delle Politiche agricole e all’Unione europea, con la quale avevo chiesto di inserire la problematica tra i punti all’odg del Comitato tecnico degli Assessori alle Politiche agricole e, dell’argomento, si era discusso nel corso dell’ultima seduta. Se la vicenda non si fosse conclusa positivamente con la circolare di Agea, ci saremmo attivati per promuovere, per quanto di nostra competenza, una più puntuale regolamentazione in sede di Legge Regionale sulla Forestazione”.
I carabinieri del Nac arrivano a l’Aquila ad acquisire notizie, dopo aver letto sui media le considerazioni avanzate del Cospa Abruzzo. Un vero e proprio vespaio, alzato da un bifolco situato in una piccolissima piana alle pendici del Gran Sasso, dove tutti prendono le cose buone, lasciando il deserto al loro passaggio. Un bifolco che è riuscito a mettere il dito nella piaga, premere fino di far uscire fuori il marcio che si cela dietro le quinte, nei meandri dei palazzi romani, dove non ci sono bifolchi, ma parassiti della società, quelli che hanno nominato commissioni su commissioni, con l’intendo di nascondere la verità. Tutto questo, ha portato al disastro economico una zootecnia fiorente, una agricoltura da fare invidia a chiunque, distrutta dalle beghe politiche per la scalata verso una poltrona più redditizia, perché no: “mungere le vacche virtualmente e bere il latte della tastiera attraverso il tasto Esc.”
(Ndr) – Rossi ha sempre avuto coraggio e voglia di mettersi di traverso per stanare furbi e affaristi, e in questa vicenda dimostra che l’acquiescenza non sempre paga. Talvolta, pagano meglio la voglia di giustizia e la capacità di scoperchiare certe pentole.

AFFITTO PASCOLI: COLDIRETTI INDIGNATA – Riceviamo: “La Coldiretti Abruzzo esprime preoccupazione e indignazione per l’atteggiamento di Confagricoltura e chiede l’intervento dell’assessore regionale Mauro Febbo per il bene degli agricoltori abruzzesi in riferimento all’importante e spinoso problema relativo all’affitto dei pascoli montani. L’argomento, di cui si parla da alcuni mesi, riguarda l’affitto dei prati da parte dei Comuni concentrati soprattutto nella provincia aquilana a società del nord Italia ad un prezzo molto più alto del valore di mercato e non concorrenziale. Una situazione che, altamente penalizzante per gli allevatori abruzzesi, aveva spinto nei mesi scorsi Coldiretti a chiedere l’intervento delle principali autorità regionali con una lettera inviata non solo all’assessore regionale all’agricoltura, ma anche ai 4 prefetti provinciali e al presidente della Regione Gianni Chiodi. Con un risultato importante: la pubblicazione lo scorso 11 ottobre di una circolare Agea in cui, a partire dal 2014, ‘’non è possibile considerare il pascolamento da parte di terzi’’. Una norma che, venendo incontro alle preoccupazioni degli allevatori abruzzesi, argina e scoraggia di fatto le tante società settentrionali – di difficile localizzazione – che puntavano agli affitti in previsione di poter accedere ai contributi previsti dalla Politica agricola comunitaria (Pac). Ieri però, la circolazione sulle agenzie di stampa di note – che rimettiamo sotto – in cui si chiede il ritiro della norma. Un atteggiamento che Coldiretti considera assolutamente lesivo per gli agricoltori abruzzesi e contrario ad ogni azione di tutela a vantaggio delle imprese regionali. Da qui, sempre ieri, un’ulteriore lettera di Coldiretti all’assessore Mauro Febbo in cui si chiede <> stigmatizzando le richieste delle altre organizzazioni come <> e per gli allevatori già gravati da tanti problemi.
(Ndr) - La Coldiretti si fa viva con una nota ed è la prima volta in assoluto che accade. Quando del problema evidenziato da Rossi abbiamo scritto, diverse volte in passato, tutti hanno taciuto. Comunque, meglio tardi che mai…


24 Ottobre 2013

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.