La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (16)


L’Aquila – L’Accademia dell’Immagine si occupava, tra l’altro, di conservare memoria, cultura, libri di qualità per dare consistenza cartacea al cinema e ai suoi grandi protagonisti. Stavolta Lucci ci parla proprio di questo. Libri magnifici anche esteticamente, di cui i soliti “amici” finivano per chiedere una copia in più. Magari sussurrando. Copie di queste pubblicazioni si trovano, ancora oggi, in biblioteche e gallerie illustri dell’Europa e del mondo. No, non era una “scuoletta di provincia” quell’Accademia di cui oggi si tenta di impedire la scomparsa.

(di GABRIELE LUCCI) – Vi siete mai trasferiti da una casa all’altra? Oppure, avete mai fatto pulizia nel vostro appartamento o nella vostra stanza per eccessivi ingombri? E cosa avete deciso di cestinare? Che avete salvato? Qualche dubbio, ma poi avrete sicuramente risparmiato effetti e affetti personali per loro natura indiscutibili. Sono certo che vi sarete invece liberati di polverosi giornali sgualciti dal tempo, guide turistiche oramai superate e infine, magari controvoglia anche di vecchie riviste che al momento dell’acquisto vi apparivano cosi’ intriganti ma ora….
Sapete cosa avete senza alcuna incertezza conservato? I bei libri, quelli importanti e non riportati asetticamente in digitale. Li terrete per sempre con voi perche’ sono parte della nostra conoscenza messa in cassaforte da qualche editore. Quei libri che, per mutuare una frase di Truffaut, erano vivi e ci hanno parlato, o ancora quelli che sono stati cosi’ ben fatti, curati, perche’ no con stupende immagini, che sarebbe un peccato imperdonabile disfarsene. Insomma quei volumi che ti trasferiscono tutto l’amore con il quale gli autori li hanno realizzati. Imprescindibili principi ispiratori hanno guidato anche la produzione editoriale dell’Accademia dell’Immagine, quando questa ha deciso di conservare la memoria del cinema e dei suoi grandi autori.
Cosi’ la nostra Scuola ha pubblicato libri sempre nella consapevolezza di come sia la qualita’ a fare la differenza. Vittorio Storaro mi ha sempre ricordato: apponi la tua firma solo su qualcosa di cui tu possa essere orgoglioso di averla realizzata. Un promemoria che in Accademia non abbiamo mai dimenticato. Alcuni hanno sostenuto che pubblicassimo libri eccessivamente sontuosi ma, e mi e’ capitato piu’ di una volta, quegli stessi detrattori incontrandomi per strada mi fermavano chiedendomi: non e’ che per caso avessi ancora una copia di quel libro? Stupefacente! E una volta venuti in possesso dell’oggetto desiderato sono certo che l’avrebbero in seguito sottratto alle loro pulizie pasquali. Le collane dell’Accademia sono state realizzate innanzi tutto come strumenti didattici, non a caso diversi libri sono stati adottati da Universita’e hanno ricevuto importanti premi.
Se andate alle Scuderie del Quirinale o al Prado di Madrid o alla Tate Gallery di Londra li troverete nei loro bookshop. Una collana e’ stata dedicata ai generi cinematografici, l’altra ai grandi protagonisti. Molti i generi trattati: dal western al musical, dalla commedia alla guerra, dalla fantascienza all’animazione. La peculiarita ‘ risiedeva nell’ accompagnare l’uscita dei volumi con la presenza di famosi autori che si fossero esercitati con successo in un particolare genere filmico. E’ avvenuto con Mario Monicelli, con Giuliano Montaldo, con Mariangela Melato e con altri ancora. Rispetto ai grandi del cinema come Storaro o Ferretti o lo stesso citato Ennio, lo scopo era quello di conservare le loro memorie, quelle di premi Oscar conosciuti in tutto il mondo e, allo stesso tempo, cosi’ importanti per la cultura italiana. Affidare a noi questo lascito non e’ stato solo un onore ma anche una grande prova di fiducia rispetto all’Accademia dell’Immagine. Non e’ poi da sottovalutare che la produzione editoriale si e’ rivelata, insieme alle nostre produzioni di filmati, quale miglior modo per farci conoscere in Italia e all’estero, essendo i volumi editi anche in inglese. E nell’eterna vana attesa di trasformare quella collina abbandonata di Collemaggio in un campus attrattivo, e’ stato anche un modo per superare una troppo evidente carenza strutturale, raccogliendo pertanto credito e iscrizioni con il nostro marchio che girava e garantiva per noi. La stampa, non solo nazionale, ha dato sempre grande risalto a queste edizioni raccomandandole senza riserve. Non e’ un caso che Fabio Fazio abbia presentato un nostro libro alla sua trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, o che Martin Scorsese fosse stato presente all’incontro con Dante Ferretti in occasione dell’uscita del volume dedicato al grande scenografo. Diversi libri sono stati successivamente tradotti anche all’estero da altri editori, dando cosi’ maggiore eco al nostro lavoro. Inoltre va assolutamente evidenziata l’acquisizione di competenze editoriali da parte di un drappello di impiegati e la loro insospettata capacita’ di ricerca. Una specializzazione di settore ulteriormente arricchita dalla collaborazione con la prestigiosa casa editrice Mondadori-Electa. Anche le produzioni di film sono state importanti. Realizzate spesso con importanti partner, come ad esempio Cinecitta’ Luce e sotto la guida di docenti come Vittorio Storaro, Riccardo Milani, Peter Del Monte o ancora Gianfranco Rosi e Daniele Vicari, sono state significative dello stretto legame docenti/alunni e propedeutiche all’ingresso nel mondo del lavoro. Anche in questo campo non sono mancate soddisfazioni. Ne e’ prova il primo premio, come miglior film delle Scuole di cinema, conquistato al festival del documentario storico indetto dalla RAI. Tutto questo non deve far pensare che sia mancato con il nostro Sistema Cinema, costituito da diverse Istituzioni, un doveroso sguardo al territorio. Cosi’, citando a caso, se da una parte la Treccani ringraziava La lanterna magica per le sue pubblicazioni, che consentivano l’aggiornamento della loro importante Enciclopedia, dall’altra i corsi di educazione all’Immagine in citta’ venivano assicurati attraverso numerose iniziative, una per tutte la fortunata “Coccarde in video” che consentiva ai bambini di prendere confidenza con i mezzi di ripresa.
La passione per il proprio lavoro e’ il giusto viatico per dare senso a qualcosa che non riguarda solo chi produce, ma anche e sopratutto coloro ai quali il prodotto e’ destinato. E ora evitiamo equivoci: nessuna autoreferenzialita’ per gli esempi fin qui riportati. Sapete come non sia mai stato indulgente, tanto meno verso me stesso. Interpretate dunque, ragazzi, quanto esposto come la semplice testimonianza di cio’ che ha realizzato in alcuni settori l’Accademia. E di come essa, aggiungo, tra mille difficolta’ abbia fatto sempre del tutto per non assuefarsi e omologarsi a dei livelli produttivi inaccettabili. Una diversa modalita’ operativa non sarebbe stata, tra l’altro, compresa dai nostri prestigiosi interlocutori. In pratica loro non sarebbero mai approdati da queste parti, convinti da sempre di come non ci fosse assolutamente bisogno all’Aquila di una “scuoletta fuori porta.”


23 Ottobre 2013

Categoria : Cronaca
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