Rapagnà e Grillo, distanze


Si va verso il voto regionale, e Rapagnà c’è. A molti verranno in mente superficiali analogie con Grillo, che a ben guardare non vanno molto oltre il colore delle capigliature. Velenoso, truculento e autoritario il ricco leader del grillismo, gentile e generoso l’abruzzese, che non è ricco in denaro, non soggiorna in spiagge da vip. Rapagnà è, e vuole essere, un uomo qualunque che stazza tra la gente e si occupa della gente. Non capeggia, almeno per ora, gruppi politici, non insulta le alte cariche dello Stato, ma parla agli inquilini di modesti casamenti di tristi periferie, alcune delle quali – nel cratere sismico – crollate da 55 mesi.
Ecco, in quei 55 mesi sta l’aiuto (che somiglia tanto all’autolesionismo) fornito con suicida pressappochismo dalla fallimentare gestione della vita pubblica italiana e abruzzese, anche sul piano delle tutele ambientali, care al rosetano, che scende in campo nella competizione elettorale e potrebbe quanto meno impensierire fior di big e pezzi da novanta. E’ presto per parlare. Ma, in compenso, Rapagnà sta già bruciando tutti ai nastri di partenza. Attenti al lupo, anzi nel nostro caso, all’agnello rosetano. Potrebbe mettere le grinfie… senza fare lo spaccamontagne, ma accentuando con sottigliezza le distanze dalle insolenze grillesche.



20 Ottobre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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