“Caro Letta, ci avete abbandonati”
L’Aquila – SIAMO UN PEZZO D’ITALIA CHE DEVE SCOMPARIRE? – Il governo ci ha abbanondonati, “ha deciso che questo pezzo d’Italia venga lasciato morire”. E’ questa la sintesi di una lettera che il sindaco Cialente ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta. La missiva e’ stata inviata per conoscenza anche al capo dello Stato, al vicepresidente del Consiglio dei ministri, ai sottosegretari Legnini, Patroni Griffi, ai ministri dell’Economia e delle finanze Saccomanni e alla Coesione territoriale Barca oltre che al prefetto del capoluogo Alecci.
“Prendo atto con dolore, estrema mortificazione ed infinita preoccupazione per il futuro della mia citta’ – scrive il sindaco – che il governo italiano, composto da uomini e partiti che in questi drammatici quattro anni non hanno fatto altro che rassicurare le popolazioni del cratere che la ricostruzione dell’Aquila sarebbe stata questione nazionale prioritaria, con il varo della legge di stabilita’, ha di fatto interrotto e rinviato ai futuri anni la ricostruzione della citta’. Da una settimana, le ragazze ed i ragazzi delle scuole superiori sono in mobilitazione ed hanno organizzato una grande manifestazione, alla quale hanno partecipato dipingendo le loro guance con i colori della citta’: il verde ed il nero.
Questi giovanissimi altro non chiedono se non di rivedere presto la loro citta’; molti di loro non hanno neanche avuto il tempo di conoscerla ma sanno bene che, senza una citta’, non si ha neanche un’identita’. Sono ragazze e ragazzi che sto incontrando in questi giorni in assemblee; mi colpiscono per la grande maturita’ e la consapevolezza che le sofferenze vissute ogni giorno in una citta’ virtuale hanno fatto loro acquisire”.
“Mi chiedono cosa stia facendo per dare loro una speranza nel futuro e la possibilita’ di organizzare o almeno sognare un progetto di vita nella loro terra. Temo – prosegue Cialente – che quanto le sto dicendo forse lei non lo possa comprendere appieno perche’ la profondita’ del dramma che stiamo vivendo non puo’ essere compresa realmente da chi non vi e’ immerso. Avevo sottoscritto – ricorda – un patto con il governo Monti, patto ribadito anche con lei e con il nuovo governo. Lo Stato ci aveva chiesto un piano di ricostruzione: fatto. Ci aveva chiesto un cronoprogramma della ricostruzione: fatto e concordato. Un piano che prevedesse la ricostruzione della citta’ e dei borghi nel giro di 10/12 anni dal sisma; un tempo lunghissimo se si vuole salvare una citta’ e la sua storia secolare. Consci delle difficolta’ del Paese, ci siamo mossi per trovare formule che permettessero di ricostruire senza impegnare eccessivamente le risorse di un’Italia che sappiamo essere in difficolta’. Abbiamo, pertanto, suggerito di aprire un negoziato con l’Europa per cambiare norme sbagliate: non e’ accaduto niente. Il suo governo non ha fatto nulla se non dirci, con questa legge di stabilita’, di sospendere la ricostruzione a partire dal mese di marzo 2014. Tutto questo perche’ lei sa bene che essendo riusciti grazie anche all’impegno del ministro Barca, nel precedente governo, a creare una macchina ‘virtuosa’ con il finto finanziamento che ci e’ stato concesso, che altro non e’ se non la riconferma del precedente miliardo e due, in una sorta di gioco delle tre carte, il solo Comune dell’Aquila ha gia’ approvato progetti per 650 milioni che attendono solo il contributo definitivo. Entro dicembre, potremmo arrivare sicuramente all’approvazione di progetti per altri 300 milioni di euro, un miliardo e due entro il mese di marzo. Ma la ricostruzione si fermerebbe allora, se pure il Comune dell’Aquila dovesse prendere tutti i soldi sottraendoli ai comuni fratelli del Cratere”.
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