Di Luca, chiesta squalifica a vita
Pescara – L’ABRUZZESE FU TROVATO POSITIVO AL GIRO D’ITALIA – (di Stefano Leone) – “È la seconda violazione della normativa”. Parte da questo presupposto, dopo aver dibattuto il caso e studiato gli atti, la procura antidoping del Coni. E’ così arrivato il deferimento, del ciclista si Spoltore al tribunale nazionale. La richiesta della procura è: squalifica a vita. Danilo Di Luca fu trovato positivo all’Epo, ad un test del 29 aprile, poco prima del Giro d’Italia. La Procura Antidoping ricorda che si tratta della seconda violazione della normativa antidoping Wada (dopo i due anni di stop rimediati nel 2010). Le richieste della procura non si fermano alla squalifica a vita, (per fare un paragone con una sentenza di giustizia penale, equivarrebbe alla richiesta di un ergastolo), ma ne chiede anche ‘l’invalidazione dei risultati agonistici conseguiti successivamente al passaporto biologico’. Per Di Luca la richiesta della squalifica a vita da parte dell Coni è l’ultimo triste atto di una carriera contrassegnata da grandi vittorie e da rovinose cadute. La prossima squalifica metterà con ogni probabilità la parola fine alla carriera di uno dei ciclisti italiani di maggiore talento degli ultimi vent’anni. Il deferimento per Di Luca, dunque, come spiega la stessa procura antidoping del Coni, è scattato “in relazione alla positività per presenza di eritropoietina ricombinante riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto out of competition” dall’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) lo scorso 29 aprile . Il deferimento, che inchioda il corridore vincitore del Giro d’Italia del 2007, e la eventuale squalifica, qualora dovesse essere accettata, metterebbe una pietra tombale sulla carriera del corridore.
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