Aree di risulta, come Villa Borghese
Pescara – CAPACITA DI ATTRARRE E LUOGO DI OSPITALITÀ PER LA CITTÀ – “L’area di risulta deve diventare una sorta di Villa Borghese capace di attrarre visitatori”. Lo dichiarano i consiglieri comunali del Pd Florio Corneli e Giuliano Diodati. “La discussione politica in questi ultimi giorni – sottolineano – si sta accentrando troppo sulla possibile pedonalizzazione di Corso Vittorio Emanuele e, a nostro avviso, troppo poco su quelle che sono le ricadute sull’area di risulta e sulla visione che della stessa si ha rispetto allo sviluppo economico e sociale di Pescara. È evidente a tutti che l’economia cittadina è in ginocchio e lo è soprattutto quello che è stato il “core business” della città , cioè il commercio. Tra le innumerevoli cause di questo tracollo possiamo senz’altro annoverare la crisi nazionale, ma riteniamo che il forte potere attrattivo dei centri commerciali, di cui l’area metropolitana è circondata, ha dato un colpo mortale alle attività del territorio. Se si fanno scelte sbagliate dal punto di vista dell’assetto urbanistico sarà molto difficile poter risollevare il commercio. Per questo appare indispensabile – proseguono Corneli e Diodati – individuare soluzioni capaci di attrarre il consumatore e di riportare i pescaresi a vivere la città . In questa visione l’area di risulta può e deve costituire un asset fondamentale. Bisogna però fare una scelta di fondo tra l’idea di un’area al servizio del territorio, dove chi arriva lascia la macchina e poi gira per la città , e quella di un’area di vita che richiama utenti e visitatori, vale a dire una sorta di Villa Borghese con un potere attrattivo autonomo rispetto alla stessa città . L’amministrazione di centro destra – evidenziano i due consiglieri del Pd – sembra aver optato per la prima soluzione, noi invece siamo per una visione diversa in cui l’area stessa costituisca fonte di attrazione per i cittadini e i turisti. L’area deve quindi configurarsi come un primo qualificato luogo di vita sociale con spazi per la cultura (teatro, mediateca, ecc.) e attività di consumo (bar, ristorazione, spazi per prodotti locali). A tal fine i parcheggi devono essere interrati per lasciare la superficie dell’area a disposizione di quel tessuto di attività culturali e sociali costituito da idee, oggetti, suoni e persone. Il centro destra invece vuole i parcheggi in superficie e l’area attraversata da strade cittadine. Insomma, due modi diversi di intendere Pescara e i suoi assets strategici. Noi – concludono Corneli e Diodati – puntiamo sull’idea di città dinamica e in movimento sostenuta da una politica di sviluppo e promozione del territorio”.
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