La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (15)


L’Aquila – (Immagini: la Lanterna Magica e riferimenti al cinema noir) – La magia del cinema, delle immagini che ritraggono la vita e le vite da migliaia di anni, dai graffiti delle caverne preistoriche. Lucci stavolta ci conduce attraverso lo stupore di ogni spettatore del mondo di fronte al primo film, inteso come immagine che ritrae, senza tempo, anzi “dilatando e annullando il tempo”. A L’Aquila c’è una cineteca preziosa, che appartiene (o dovrebbe) al patrimonio culturale comune. Fatto di molte culture, di diversi saperi, e non solo di musica e teatro, che per taluni sono la “sola” cultura da considerare tale. Poi parliamo anche di noir e di altro…

(di GABRIELE LUCCI) – Esterno giorno. Un bambino sul ponte del traghetto che porta in Sardegna. Si sporge, sembra quasi voler abbracciare il mare. Poi i suoi occhi restano a lungo fissi sulle onde incestuose e spumeggianti. Un movimento eterno, ipnotico, per quello sguardo vergine che dilata ed annulla il tempo.
Tutto cio’ che si muove ci attrae. Immagini che seguono altre immagini. Lo stupore degli spettatori di fronte al primo film della storia. E’ il cinema! La riproduzione speculare della nostra vita. Centinaia migliaia milioni di pellicole per un’unica grande storia. Ci siamo tutti li’ dentro, ci sono tutte le nostre emozioni. Le emozioni di chi ha prodotto le immagini e di chi le osserva. Le stesse emozioni per quei cavalli, cervi e uri dipinti dai nostri antenati 18/20.000 anni fa nella grotta di Lascaux. Con queste produzioni rupestri i nostri progenitori ci hanno trasmesso, inconsapevolmente forse, il loro sapere e da quel momento, millennio dopo millennio, la conservazione di ogni forma di conoscenza diviene il paradigma morale piu’ importante dell’umanita’. Il passaporto piu’ diretto per la sua crescita. Nel cinema alcuni istituti culturali assolvono la loro funzione di guardiani della memoria attraverso le cineteche.
Quella dell’Aquila posseduta dalla Lanterna Magica e’ una delle piu’ importanti del nostro Paese. Qualcosa come 1500 pellicole conservate in celle frigorifere e disponibili per chiunque ne faccia richiesta. Come e’ riuscita la nostra citta’ ad assicurarsi questo rilevante patrimonio? In modo un po’ rocambolesco. Da ragazzo, ai tempi del cineclub ci rifornivamo per i film a Roma da una signora che li noleggiava. Tanti anni dopo quella donna si ricordo’ di me e decise tra le tante richieste di vendere a noi tutto il suo magazzino.
Lo sforzo finanziario non era indifferente e per ottenere la somma richiesta facemmo ricorso, io e altre due vittime sacrificali, a una fideiussione bancaria garantita dalle nostre case. Talvolta la follia paga, perche’ nel tempo la Lanterna magica e’ riuscita a pagare quel mutuo e a rifornire con i suoi rari film istituzioni, rassegne, festival. In quella cineteca vi trovate di tutto. Commedia, guerra, fantascienza, melo’, fantasy, western, noir.
E a proposito di noir perche’ questo genere, non solo filmico, trova tanto consenso tra voi giovani? Approfondiamo prendendo a prestito un mio vecchio scritto. Parlavo di come l’alienazione, l’angoscia esistenziale, il dolore mentale piu’ che fisico, la morte che ti porti dentro costituissero la noirceur, un’atmosfera di pessimismo che avvolge tutti gli antieroi delle storie “nere”: uomini e donne che hanno visto il male troppo da vicino e oramai rivolgono il loro sguardo disincantato verso il vivere comune.
Ecco allora vecchi film come Il mistero del falco, Vertigine, Il grande sonno, Detour e poi meno lontano nel tempo Brivido caldo, Velluto blu, Pulp fiction, L.A.confidential, A history of violence. Nella filmografia piu’ recente le contaminazioni con altri generi hanno finito per espandere i confini del noir, ma il marchio d’origine resta anche se sottotraccia. Lo individuate nei protagonisti del periodo classico quando, nella loro consapevole dimensione esistenziale, rivelavano con il solo sguardo lo struggimento del “temps perdu”, il dissolversi del sogno infantile e con esso l’ineluttabile perdita dell’ innocenza, vera matrice del noir. Come vedete siamo lontanissimi dalle commedie, dai rassicuranti quanto improbabili happy end.
Nessuna retorica, nessuna enfasi, al piu’ un’ironia a denti stretti, la vita come spesso la viviamo giorno per giorno ma che non vorremmo vivere quando la morsa del destino avverso ci attanaglia. Questa cupa atmosfera ha forti assonanze con i nostri tempi. Analogie sin troppo evidenti per quasi tutti noi, compresi i giovani che universalmente condividono un sentimento presente nei nostri antieroi: la mancanza di speranza.
E’ dunque da rintracciare in questo sentire comune il successo noir? E’ perche’ anche i vostri occhi, come i personaggi di tanti claustrofobici film, hanno visto insopportabilmente troppo? Che sia cosi’ o no ragazzi fatevi un favore, il noir lasciatelo al cinema e alla letteratura ed esponetevi senza indugi a una vita piena di luce. Convincetevi, sopratutto, che alcune porte e’ meglio lasciarle sempre chiuse. Una volta aperte potreste non trovare piu’ la strada del ritorno.


12 Ottobre 2013

Categoria : Cronaca
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