Tiberti sulla querela a Mascitelli
L’Aquila – UN DELICATO CASO GIURIDICO E GIUDIZIARIO – (Foto: Tiberti e Mascitelli) – Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma Massimo Battistini si è riservato la decisione sulla richiesta di archiviazione del pubblico ministero in merito al procedimento per diffamazione nato da una denuncia del professore dell’Università dell’Aquila Sergio Tiberti nei confronti dell’ex parlamentare dell’Italia dei valori Alfonso Mascitelli.
La richiesta di archiviazione si fonda sull’articolo 68 della Costituzione, in base al quale “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.
Attraverso il suo legale Giorgio Tamburrino, Tiberti ha fatto opposizione e il magistrato si è preso tempo per decidere: in una ventina di giorni dovrebbe rendere noto il verdetto attraverso una sua ordinanza.
La vicenda si intreccia con le altre complesse che vedono contrapposti lo stesso Tiberti e l’ex rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, imputato in queste settimane in tre diversi processi tra cui uno per diffamazione proprio nei confronti di Tiberti. L’Idv era partito di riferimento per Di Orio all’epoca dei fatti.
A causare la denuncia, sporta nel maggio 2011, è stata l’interrogazione parlamentare rivolta il 22 dicembre 2010 all’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, in cui Mascitelli chiedeva la revoca del docente dal Consiglio d’amministrazione dell’Ateneo. Mascitelli presentava due denunce a sostegno della sua richiesta: una di Tiberti a Di Orio per concussione, sfociata dopo 3 anni di accurate indagini in un processo che lo vede imputato e che è cominciato proprio in questi giorni sempre al tribunale di Roma.
L’altra a parti invertite, in cui l’ex rettore chiedeva una lesione dell’immagine dell’Università da parte di Tiberti per l’acquisto di libri e l’emissione di fatture nel suo precedente ruolo di direttore del Centro interdipartimentale di epidemiologia, in cui si era contraddistinto per il rispetto della legalità e della trasparenza. Quest’indagine è stata poi archiviata e Tiberti ha presentato una nuova denuncia per calunnia.
“Mi sarei aspettato non l’invocazione dell’articolo 68 ma la richiesta immediata da parte dell’indagato Mascitelli di rinunciare a questi medievali privilegi della casta che la gente ormai disprezza, anche e soprattutto per l’appartenenza a un partito che oggi non esiste più ma che allora faceva della legalità il suo capisaldo, almeno a parole”, è il commento di Tiberti.
“Spero che il magistrato responsabile del procedimento non accetti la richiesta di archiviazione perché l’articolo 68 vale per l’azione politica – conclude – doveva valere per Giacomo Matteotti, assassinato come antifascista, ma non può valere per Mascitelli”.
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