Ci dovrebbero dire


Se non è di troppo disturbo, le istituzioni e le autorità (segnatamente quelle aquilane, se ce ne sono ancora) se le centrali a biomasse sono consentite oppure no. I cittadini vorrebbero solo sapere questo: si possono fare o non si possono fare? Nel mondo ce ne sono, in Italia pure. Stando alla paurosa, ma non insolita, confusione che si sta verificando a L’Aquila per l’impianto progettato a Bazzano, non è dato capirlo.
La vessata popolazione del dissipato capoluogo abruzzese da settimane assiste (senza neppure più la forza di indignarsi) alla mitraglia dei comunicati, delle dichiarazioni, delle prese di posizione, delle contraddizioni, delle invettive di cui sono ancora capaci politici inguaribili. E loro implumi epigoni.
Se onestamente e senza far finta di capire e di sapere, qualche giornalista, o qualche portatore di autorità, ha compreso come stanno le cose, alzi la mano e lo spieghi alla collettività semiaddormentata dal profluvio di argomenti in circolazione : siamo disposti a dare tutto lo spazio che occorre. A noi, un’ennesima volta, pare che tutti si affannino a trovare uno spazio da protagonista, magari per far pesare il proprio distinguo e il proprio no. Oppure a far fruttare il proprio sì. Tanti galli a cantare significano solo che non si farà mai giorno. L’affare si ingrossa. Che melanconia. Si ingrossa anche il declino irreversibile di una città che sa soltanto farsi del male, inconsapevole di essere alla frutta.



06 Ottobre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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