La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (14)


L’Aquila – (Una foto di Gianni Berengo Gardin) – In questa puntata dei pensieri di Gabriele Lucci si parla dei sogni che tutti hanno coltivato da bambini, e di quanti di tali sogni sono nel tempo diventati realtà. Magari per pochi, perché di solito la vita non concede molto in fatto di sogni. Riflettiamo anche sulla rigidità degli schemi consolidati, secondo i quali se uno vuole dedicarsi alla cultura, per lui ci sono solo musica e teatro. E il cinema? Per carità, è settima arte ma solo a parole… Le altre cose sono estranee alla vera cultura. Un po’ come, ancora oggi, quando si “fa cultura” (spendendo montagne di soldi pubblici) ci si muove tra palcoscenici e orchestre. Le cose scientifiche, per esempio, non solo “cultura”.

(di GABRIELE LUCCI) – Ragazzi, siete stati bambini come me e alla domanda che vuoi fare da grande che rispondevate? E oggi vi siete avvicinati a quel sogno? O era tutto un gioco, o siete cosi’ fortunati che la vostra attualita’ e’ persino migliore delle piu’ rosee aspettative? A me piacevano i Rangers canadesi. Null’altro. Poi il cinema, ovviamente. Pero’ non avrei mai immaginato che aprire tutti i giorni la sede della propria istituzione culturale sarebbe gia’ stato un miracolo. Una vita dedicata alla cultura e’ infatti piena di insidie. Francamente, per lo meno in Italia, non la consiglierei a nessuno.
Anche se poi ognuno decide con che arma suicidarsi o, piu’ ottimisticamente, combattere per vincere qualche battaglia. Per chi come me ha amato la settima arte la strada e’ sempre stata accidentata. La nostra cultura ha le sue radici piu’ profonde nel teatro e nella musica, cosi’ per restare a galla bisogna ingegnarsi. Come un nautilus ti fai largo tra i fondali limacciosi della politica culturale cercando tuttavia di non tradire la tua missione. E ogni tanto vieni premiato da qualche incontro eccezionale. Ve ne cito alcuni.
Gianni Berengo Gardin e’ considerato uno dei piu’ grandi fotografi viventi. Con la sua Leica ha immortalato paesaggi, uomini e donne di tutti i continenti e alcuni dei momenti significativi della nostra storia. Prestigiosi musei del mondo gli hanno dedicato ampie retrospettive. Come non cogliere al volo questa amicizia? Cosi’ vide la luce un libro dedicato all’Aquila e edito dall’Istituto La lanterna magica. Realizzata molto prima del sisma 2009 quest’opera oggi piu’ che mai e’ una rara testimonianza della bellezza di questa citta’.
Ci sono pero’ molti bravi fotografi anche da noi. Uno e’ Roberto Grillo che ha nulla da invidiare a suoi colleghi fuori mura. E poi quelli del fotoclub 99 ad esempio. Li cito perche’ meriterebbero una maggiore attenzione, cosi’ come i nostri pittori e scultori e perche’ no poeti, tutti da girare benissimo al femminile. Un altro incontro importante fu quello con il premio Oscar Garrett Brown.
Al convento di S.Giuliano organizzammo insieme a Padre Giovanni, con tanto di vettovaglie e cucina, il primo corso europeo per operatori Steadicam. Quest’ultima e’ una macchina che consente di riprendere immagini senza bruschi movimenti e senza soluzioni di continuita’. Oggi e’ molto utilizzata nelle riprese bordocampo sportive ma resta famosa per l’uso sapiente che ne fece Kubrick nel film Shining. Garrett fece anche una dimostrazione sulla scalinata di S.Bernardino di fronte a incuriositi spettatori e, tra questi, un sorprendente Giancarlo Giannini.
Ancora. Francesco Rosi, leone d’oro alla carriera. Il regista di Salvatore Giuliano, Il caso Mattei, Le mani sulla citta’, ha tenuto molte lezioni nella nostra Accademia. Col suo inseparabile sigaro aveva la vitalita’ di un ragazzino, concedendosi solo un breve riposo dopo pranzo su un divanetto davanti a me: Tu continua il tuo lavoro, cinque minuti e sono di nuovo in forze.
Nel fluire del tempo si sono alternati molti altri registi. Nanni Moretti, Gabriele Muccino, Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, Ettore Scola, Sergio Castellitto. Spesso presentavano i loro film al cinema Massimo (nella foto come appare oggi) o ne discutevano di mattina sempre nella sala ristrutturata dall’Accademia dell’Immagine. Ma un incontro che ricordo con piacere e’ stato quello con Ferzan Ozpetek, forse perche’ ne e’ seguita una maggiore frequentazione. Era gia’ venuto da noi ma dopo il terremoto torno’ per girare un breve filmato su quel terribile evento. Mi chiese di aiutarlo e trascorremmo una giornata insieme io, lui e Vittorio Zucconi del quotidiano La Repubblica.
Di nuovo a Roma mi telefono’ all’una di notte confessandomi di aver pianto per tutto il viaggio di ritorno. Mi telefonava quasi tutte le sere per sapere come stavamo. E lo stesso fecero vecchi amici come Vittorio Storaro, Luciano Tovoli, Peppino Rotunno, Riccardo Milani, o giornalisti come Maria Pia Fusco e Paolo D’Agostini. Difficile da dimenticare.
Mi avvio a chiudere con due personalita’: Jim Morris e Ennio Morricone. Jim e’ il direttore della Disney Pixar Animation Studios. Per capirci il Boss di film di successo girati con nuove tecniche di animazione utilizzando la computer grafica. Arrivava direttamente da S. Francisco portando agli studenti dell’Accademia il frutto in anteprima delle loro sofisticate ricerche. Un’occasione ghiotta da non perdere, anche per i media. E sopratutto, grazie alla sua estrema disponibilita’, una grande chance da poter convertire in bonus per l’accreditamento internazionale della nostra scuola.
La presenza di Morris conferma la generosita’ degli americani nel trasmettere conoscenza ai giovani, tanto piu’ ovviamente, ma non e’ una colpa, se sei pronto ad affezionarti alle loro tecnologie! Infine eccoci a Ennio Morricone. Me l’avevano dipinto come un uomo difficile, con un carattere un po’ ombroso. Non lo conoscevo. Dunque scrissi una lettera:…..sarebbe un onore per L’Aquila e per la scuola se lei affidasse proprio a noi le sue memorie cinematografiche con la pubblicazione di un libro. Passano mesi e niente. Poi una telefonata in autostrada. Intuisco subito che e’ lui e mi appoggio quasi inchiodando alla corsia d’emergenza. Ricevo dagli automobilisti un pingue carnet di epiteti ma anche il suo va bene, accetto! Tre anni di lavoro con i miei collaboratori, materiali inediti e rivelazioni di prima mano, realizzazione di un CD originale con musiche da lui scelte, un evento speciale al cinema Massimo.
Il tutto condito dalla costante presenza di un uomo sensibile, disponibile a farti ascoltare i suoi pezzi al pianoforte e a ricordare il suo sodalizio con Sergio Leone e tanti altri grandi del cinema. Emozionava e si emozionava. Un genio assoluto, riferimento d’obbligo per tutti gli amanti della musica. Un Oscar alla carriera arrivo’ dunque quale giusta ricompensa. Arrivo’ anche il massimo riconoscimento da parte dei giornalisti cinematografici al nostro libro con la consegna dell’Efebo d’oro quale migliore opera editoriale del 2008. Come vedete il mio pessimismo viene ogni tanto mitigato da questi ricordi che alla fin fine insistono e fanno parte in modo indelebile di una memoria non solo personale ma collettiva. Qualcosa da condividere. E ai giorni d’oggi non e’ poco. Forse per questo non voglio ancora cedere a una pericolosa tentazione: convincermi definitivamente quanto sia piu’ facile nel nostro Paese servire se stessi che non il proprio territorio.


05 Ottobre 2013

Categoria : Cronaca
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