Un Aprutium un po’ ipocrita
Sergio Marchionne, noto nel mondo come “ad Fiat”, ovvero il capo della casa, è un abruzzese che conta ovunque, e da oggi conta persino nella sua regione. Che, a dire il vero, lo aveva fino ad oggi squadrato più come un osso duro e un “padrone” di rango, che come un conterraneo. Forse perchè nessuno – neppure uno come il dottor Sergio – è profeta in patria.
Da quando il manager ha promesso di investire una montagna di milioni di euro sulla Sevel, vip e vippetti nostrani si sono svegliati e in fretta e furia hanno deciso di abruzzesizzare l’ad appuntandogli sul maglioncino scuro le stellette dell’Aprutium. Domandiamo: se non avesse promesso soldi, Marchionne sarebbe stato onorato e premiato? Qualche malizioso dubbio ce lo abbiamo e comprendiamo anche perchè l’uomo Fiat abbia scelto residenze non italiane. Sperando che tutti imparino ad essere più coerenti, ma soprattutto più sereni nei giudizi. Marchionne era un grande manager anche prima dell’Aprutium, semplicemente perchè ha saputo rimettere in piedi una Fiat che stava per fallire. Se vi pare poco, in un paese che compera poche auto, e per di più straniere…
Ora tutti applaudono Marchionne, con un bel fardello di ipocrisia.
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