Delitto Rea (2): difesa su dubbi
L’Aquila – “Abbiamo precisato solo alcuni argomenti ormai, la discussione era stata abbastanza approfondita. Abbiamo ribadito l’ esistenza di ragionevoli dubbi, abbiamo chiesto alla Corte ancora una volta un giudizio sereno equilibrato e di entrare in molte situazioni che sono rimaste li’, come domande aperte sulla prova scientifica, sul movente, sul vilipendio di cadavere”. Lo ha detto – riferisce l’AGI – Nicodemo Gentile, uno dei legali di Salvatore Parolisi. “Abbiamo chiesto – ha aggiunto – soprattutto un giudizio equilibrato che possa dare a Parolisi, qualora la Cote dovesse accedere all’ ipotesi della colpevolezza, un pena anche giusta, una pena proporzionata anche al tipo di delitto, perche e’ stato un delitto d’ impeto ed e’ giusto che venga valutato anche questo tipo di situazione. Abbaimo chiesto, appunto, una decisione giusta perche’ quella di primo grado e’ stata una decisione molto di cuore e non di testa. L’ omicidio d’impeto – ha osservato il legale – e’ sempre un omicidio ma toglie la premeditazione e significa che e’ stato un momento. Questa indagine e questo processo presentano dei punti oscuri, buchi neri li abbiamo chiamati: la Procura dice che il vilipendio e’ stato commesso il 19 mentre la sentenza afferma il 20. Abbiamo chiesto alla Corte di chiarire anche questo aspetto. Noi siamo convinti che il vilipenio e’ l’elemento piu’ difficile da provare essendo certo almeno per la Procura che chi ha fatto l’ omicidio ha fatto anche il vilipendio. Noi diciamo che Parolisi non ha compiuto l’ omicidio perche’ abbiamo la prova provata che il vilipendio non l’ha fatto”.
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