Se Enrico Letta avesse letto Pinocchio…

L’Aquila – (di Franco Taccia) – Il governo (?) Letta è caduto, anzi, ha completato la caduta. E nel cadere ha realizzato l’unico exploit della sua breve vita (?) perchè cadere quando si è già moribondi, esanimi, è veramente un’impresa.
I giornali potrebbero titolare: “cronaca di una morte già avvenuta da un pezzo”.
Evidentemente Letta e chi lo appoggia o lo consiglia (male) non hanno letto Pinocchio, perchè Collodi lavorando di fantasia, ma con tanto buon senso, sembra proprio essersi ispirato alla disgraziatissima parentesi di questo governo (?) con l’episodio del Gatto e della Volpe, pur non sapendo ancora cosa avrebbe sconvolto il suo e nostro paese dopo tanto tempo dalla creazione del suo capolavoro. Un po’ come Verne nei capolavori di fanta/avventura.

Visto che tutti noi, contrariamente a Letta, Pinocchio l’abbiamo letto, ed abbiamo anche metabolizzato l’inevitabile morale della favola, è inutile spiegare chi ha rimediato la “sola” (in primo luogo ovviamente il popolo Italiano, la parte onesta perlomeno) e chi ha fatto il furbastro, anche se ai tempi di Collodi ancora non si parlava di “giudici politicizzati”, ma solo genericamente di malfattori, appunto come il Gatto e la Volpe, ai quali nessuno, di buon senso, avrebbe affidato un soldo bucato, tranne appunto Pinocchio e…

Intanto l’ormai ex premier (?) continua a svolazzare per il mondo raccontando di un’Italia appetibile per chi abbia voglia di investire. Anche alla luce delle ultime vicende, a me da invece l’idea di un posto dove sia facile fare affari approfittando della crisi terrificante . Come se uno che paga 100 euro per 100 maglioni di cachemire, “comprandoli” in una ditta che sta per fallire venisse descritto come un investitore e non come un avvoltoio al quale si è preparato il banchetto.
E il PD (sarebbe ora che cambiasse nuovamente il nome oltre che chi lo compone) pensa al congresso. Altra morte annunciata, anzi già avvenuta da tempo.

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