Trasporto pubblico, ci sono rischi?
Pescara – Il 23 luglio scorso, presso la sede dell’Arpa, è stato sottoscritto un documento di fondamentale importanza non solo per il futuro della più grande Azienda pubblica regionale, ma per l’intero comparto del Trasporto Pubblico Locale d’Abruzzo.
L’assunzione di responsabilità concretizzatasi in un accordo quadro lasciava presagire un concreto, anche se lento, ritorno alla normalità nell’ambito dei finanziamenti ad un settore, come il TPL, di vitale importanza per la Regione. La verifica degli impegni assunti, programmata per settembre, non c’è stata e, benché sollecitata, troverà forse riscontro da parte dell’Assessore ai Trasporti Giandonato Morra soltanto il prossimo 7 ottobre.
Notizie di “corridoio” darebbero per varata una specifica delibera che assicurerebbe disponibilità di risorse all’intero comparto del TPL ma, nel frattempo, gli effetti nelle aziende sono devastanti perché ad esempio nella partecipata Arpa Autoservizi Cerella di Vasto gli stipendi non sono stati pagati. Pare che l’iter amministrativo di una certa specifica delibera all’interno della Direzione Trasporti non è sollecitamente definito e l’azienda è rimasta senza soldi. E’ evidente come tale situazione non solo sia deprecabile in termini di rapporti istituzionali ma, di fatto, denoti una acclarata distanza tra la realtà delle aziende e chi oggi si occupa della gestione della programmazione del TPL regionale.
“Stiamo vivendo situazioni paradossali – affermano i portavoce sindacali – per le quali agli impegni assunti seguono prese d’atto e di indirizzo diametralmente opposte ed alla responsabilità, qualità che appartiene solo al mondo del lavoro, si risponde con promesse vane e con azioni tese a ridimensionare i servizi senza provare a trovare soluzioni che possano dare risposta al sacrosanto diritto alla mobilità dell’intera comunità regionale”. Questa situazione non è più tollerabile per le associazioni sindacali di categoria che affermano di, “aver bisogno di serietà e di risposte esigibili, tanto per i cittadini quanto per i lavoratori che mese dopo mese vedono sempre meno sicuro il loro stipendio, come dimostra quanto sta capitando in questi giorni alla Cerella. Abbiamo bisogno di una politica diversa, slegata dalla logica da prima repubblica del “far finta di fare per non fare niente”. Abbiamo bisogno di un quadro dirigente finalmente all’altezza della serietà del momento, per il quale la locuzione “azienda unica” non sia solo uno slogan. Abbiamo bisogno di dare certezze alla responsabilità negando ogni deriva demagogica che sarebbe solo deleteria. Avremmo bisogno in sintesi di un quadro dirigente all’altezza delle sfide che ci attendono e ad oggi, purtroppo, questo non c’è e non si vede. A meno che non abbia altri obiettivi”.
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