Aeroporto, ora le orecchie le tiro io…


(di Stefano Leone) – Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa se dicessi, “noi di inAbruzzo l’avevamo detto, anzi scritto”. Sarebbe vana gloria. I fatti sono come il tempo che passa: danno sempre ragione a chi la ragione la vede. Dunque, dicevo, sarebbe vana gloria gongolarsi per aver visto avverarsi ciò che scrivevo da tempo. E allora, non lo dirò, ma una “tirata d’orecchie” la voglio fare.
Voglio tirare le orecchie a quel nostro lettore che, con poca avvedutezza e forse morso dalla frenetica febbre del parlare senza avere scienza e coscienza dell’argomento, volle ritagliarsi il suo momento di protagonismo, (e inAbruzzo lo concesse), dicendo che meritavamo una tirata d’orecchie, (“specialmente S. Leone”), così era scritto.
Voglio tirare le orecchie al Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente che, da uomo di mondo e politico intelligente di lungo corso quale è, bisogna capisca che è ora di farla finita, di proclamare ai quattro venti, che l’aeroporto non costa nulla e che non si spende un solo euro di soldi pubblici. I 200mila euro all’anno per i primi tre anni di gestione, (almeno al momento), che il Comune elargisce alla società di gestione, sono soldi suoi o dei cittadini aquilani? Gli 860 mila euro che arriveranno attraverso la Regione, (Abruzzo Lavoro 3), dei Fondi Sociali Europei sono soldi di un privato o pubblici? Vogliamo aggiungerci quelli spesi per i lavori di approntamento per il G8? Quelli erano soldi privati o dei cittadini?
Voglio tirare le orecchie all’Assessore Emanuela Iorio che detiene la delega dello sviluppo aeroportuale. Ciò che sorprende, per una persona gradevole e a modo come lei, sempre misurata e mai fuori dagli schemi, quello che sorprende è che ripete sempre, (nel caso dell’aeroporto), ciò che dichiarano altri prima di lei, (di solito il Sindaco). Che sia sulla sua pagina del social Fb, che sia al microfono di una intervista, denota la carenza di spinta propulsiva della farina del suo sacco. Insomma il ventriloquo di qualcun altro. E’ vero che, dare la delega alla gestione delle faccende di una infrastruttura come un aeroporto, ad un medico è come dare la delega della Sanità ad un ingegnere ma, santo cielo un po’ d’esperienza fatta sul campo, dovrebbe aiutarla a venire fuori!
Voglio tirare le orecchie a chi eventualmente dovesse illudere quei sessanta cittadini che, in vista di una assunzione a tempo indeterminato, dovessero ritrovarsi ad ingrossare il già nutrito esercito dei precari italiani.


25 Settembre 2013

Categoria : Rubrica
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