Gran confusione, chiaro solo che l’aeroporto non si apre
L’Aquila – Certe volte le valanghe partono piccole, rotola solo una pallocchetta di neve più solida del resto del manto, ma rotolando si ingigantisce e alla fine diventa un disastro che becca in pieno qualcuno o qualcosa. E’ esattamente quello che è accaduto oggi, dalle prime ore della mattina. Girava la voce, specie in ambienti politici, che l’inaugurazione dell’aeroporto strombazzata per il 28 settembre non ci sarebbe stata. Passano le ore, i giornalisti allungano le orecchie, i telefoni diventano caldi e arrostiscono i cervelli di chi li usa ore e ore tenendoli appiccicati ai padiglioni auricolari. In serata, la valanga è ingigantita e nella confusione generale, sembra emergere una sola verità : Roma ha bloccato tutto, l’aeroporto non si apre, almeno non si apre il 28. Il volo inaugurale? Ma sì, potrebbe esserci, potrebbe levarsi in aria un velivolo passeggeri, ma senza passeggeri. A scopo dimostrativo.
Cosa è successo? In pochissime parole, Roma ha detto alt con una lettera che pare sia stata firmata da un alto funzionario, un capo gabinetto come si chiamano costoro nei ministeri. Uno che a L’Aquila ha già operato nel campo della protezione civile, dal nome Giacomo Aiello. Secondo il Governo (che costui bene o male rappresenta) bisogna fare chiarezza sui costi dello scalo aquilano e sulle risorse. Che, è stato urlato oggi in una conferenza stampa al calore bianco in Comune, sono private! Per L’Aquila aerea lo Stato non sborsa un euro, dunque a chi interessa l’argomento risorse?
La storia finisce sui tavoli governativi, e sarà , c’è da aspettarselo, un’ennesima buriana tra le autorità aquilane e quelle romane. Con tanto di condimento a base di sospetti, timori di trame occulte, colpi di mano da parte di chi non vuole che L’Aquila voli. Per i cittadini, stavolta non un’aquilanata, ma un’italianata. Una commedia ridicola in cui sarà difficile, se non impossibile, tirar fuori la verità . Che poi qualcuno a Roma si accorga che – a suo giudizio – ci sono problemi a pochi giorni da un’inaugurazione fissata e strafissata, è la solita boutade. Alquanto pietosa.
Povero premier Letta, che ancora crede di poter riportare nell’orbita della dignità un’Italia che di essere seria non ne vuole sapere.
Il sindaco Cialente viene descritto da chi lo ha visto e avvicinato nelle ultime ore come un concentrato di rabbia e di sdegno. Ne ha motivo. Ma si metta nei panni degli aquilani, che l’aeroporto lo aspettano (presi per i fondelli per decenni) dalla fine degli anni Sessanta. Cioè da quando l’occhio ceruleo del futuro sindaco era puntato sui libri scolastici.
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