Il micio e il parquet di via della Genca
L’Aquila – Riceviamo da un lettore aquilano a noi noto: “Direttore, grazie di parlare ogni tanto con affetto e rispetto degli animali e grazie anche a quel signore del comune di Chieti che come leggo sul tuo giornale oggi, si preoccupa dei fuochi artificiali e del terrore che provano gli animali quando si spara stupidamente per festeggiare un santo o una ricorrenza. Che spreco di soldi oltre tutto.
Nel 1950 abitavo a L’Aquila in via della Genca, stradina che porta verso il vecchio ospedale da via Garibaldi. Avevo 10 anni e a settembre ci fu (come ti sbagli…) un terremoto superiore al 5 Richter, due scosse fortissime alle 5 di mattina. A casa viveva con noi un gatto rosso di pelo, animale intelligente e affettuoso. Alla scossa fuggimmo tutti terrorizzati e io corsi a prendere il gatto. Lo trovai nel salone di casa, aggrappato con le unghie fortemente al pavimento di legno parquet. Tentai di strapparlo per portarlo via con me mentre mia madre urlava di scappare fuori. Niente da fare. Tirai con forza il gatto preso per la pancia e alla fine riuscii, ma le sue unghie portarono via un listello del parquet.
Ti racconto questa storia per dirti quanto possono soffrire paura e terrore gli animali, sensibili forse più di noi perché non possono spiegarsi gli eventi. Spero che qualcuno pensi anche alla paura terribile dei botti su cani, gatti, uccellini, ma anche altri animali più piccoli o più grandi. Grazie”.
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