Chi ricorda Giovanni Chiarini?
Chieti – Scrive Luciano Pellegrini: “Sabato pomeriggio, 21 settembre, mi trovavo al terrazzo superiore della villa comunale di Chieti, vicino alla bellissima villa Frigerj, in stile neoclassico, che ospita il Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti in Italia, sia per le collezioni di reperti dell’area abruzzese e principalmente per il Guerriero di Capestrano (VI sec.a.c.), Mi ero fermato ad ammirare dal belvedere, l’immenso panorama sulla Maiella, il Gran Sasso, la vallata del Pescara, il mare.
Per tornare alla villa comunale, ho scelto di camminare sul viale che passa vicino all’ex ospedale militare, oggi chiuso, nella speranza che non venga svenduto.
Ecco, che una voce mi chiama, Luciano…, Luciano.
Un sobbalzo e…, non poteva che essere Giovanni Chiarini.
Mi avvicino all’area dove la statua è custodita, abbandonata, avvolta in una busta di plastica e posizionata su un armadio.
Come stai Giovanni, felice di sentirti?
E’ trascorso quasi un anno, era l’11 ottobre del 2012 quando ci siamo visti.
L’anno è volato, io sono ancora qui dentro, dimenticato.
E pensare che ho dato importanza alla mia città, quando fui scelto nella primavera del 1876, avevo 27 anni,per la spedizione ai laghi equatoriali, organizzata dalla Società Geografica Italiana, nella regione dello Scioa, (Etiopia centrale, L’attuale capitale etiopa Addis Abeba è situata al centro di questa regione),
Dalla regione dello Scioa, mi spostai verso meridione, nel regno del Limu, che raggiunsi con molte difficoltà, insieme ad un altro esploratore, Antonio Cecchi, nel mese di febbraio del 1879,
Presso la residenza della regina di Ghera, fummo imprigionati .
Purtroppo, per gli stenti della prigionia e la malaria, cessai di vivere il 5 ottobre 1879, tra le braccia di Antonio Cecchi.
Ebbi la forza di dettare all’amico questo mio pensiero:
Mio caro, riferisci alla Società Geografica, che io muoio sulla breccia, per fare il mio dovere; che mi dispiace, più che morire, non poterlo compiere fino all’ultimo, fino ai Laghi Equatoriali, dove la nostra spedizione doveva giungere. Saluta tutti i signori della Società, e non dimenticare di baciare per me, la povera mamma mia.
Pensare che la mia salma,nel 1884, fu restituita a Chieti, e la mia città mi rese solenni onoranze funebri.
Mi avevano collocato alla Villa Comunale in un posto dignitoso…poi eccomi qua abbandonato!
Purtroppo, caro Giovanni, io ho fatto tutto quello che potevo, per sensibilizzare l’amministrazione comunale, non ci sono riuscito! Ti ringrazio perché c’è un altro amico, Eugenio di Francesco, Tetè per gli amici, grande maestro di sci, che fa moltissimo per me. Sono venuto a conoscenza, perché ho la fortuna di informarmi, che giorni fa, ha inviato una lettera al sindaco, alla sovraintendenza dei beni storici artistici e ambientali, e per conoscenza alla procura, per avere mie notizie.
Siete pochi a tutelare la mia causa, perché i cittadini sono indifferenti. Fanno la passeggiata, si uniscono in gruppi per parlare di cose che io reputo inutili, fanno pettegolezzi quando passa una bella donna, ma nessuno che si dà da fare in mio favore.
Questa tua analisi è vera è una triste realtà.
Se non ti sei informato, ti metto al corrente che, causa un “ incidente di percorso”, non mi interesserò più della cronaca cittadina. Ho sempre criticato costruttivamente, segnalando all’amministrazione comunale, situazioni critiche per la città ed i cittadini e suggerendo come risolverli, anche a costo zero!
L’amministrazione tutta mi vuole bene, hanno anche risolto, per dovere di cronaca, mie diverse segnalazioni, poi…l’incidente di percorso! Sono in partenza per la Spagna,Oviedo, nell’Asturia. Mi fermo due settimane. Sono certo che avrai apprezzato il mio reportage su questa città e la regione Asturia, dove funziona tutto.
Ti prego Luciano ripensaci, se mi abbandoni resterò qui per sempre.
Purtroppo Giovanni, la mia decisione è definitiva.
Scriverò recensioni, reportage, mi dedicherò più alla cultura, all’ambiente, ma non temere, non ti abbandonerò. Siamo due, ma faremo di tutto per farti tornare a vedere la gente in un posto dignitoso.
Ad Oviedo ci sono circa 100 statue di bronzo. Ognuna è sistemata in una piazza, con fontana, (le fontane qui sono rotonde…), panchine, aiuole.
Possibile che a Chieti non si trova un posto per te? Ti saluto ed a presto!”.
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