La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (12)


L’Aquila – Un altro personaggio illustre (il regista Gianfranco Rosi, vincitore del Leone d’oro a Venezia pochi giorni fa) emerge come legame significativo tra la città in cinema (L’Aquila come avrebbe voluto Lucci) e il grande cinema. Rosi fu in città per diversi mesi, con l’Accademia dell’Immagine. Oggi giustamente Stefania Pezzopane invita Rosi a tornare e a ristabilire un collegamento culturale. Lucci, in questa sua puntata 12, ci ricorda un’altra esaltante esperienza, quella della notte noir, quando la città tornò per qualche ora al “suo” mondo del cinema. Il noir però diventò immancabilmente nero, cioè scomparve, non se ne fece più nulla.

(di GABRIELE LUCCI) – Fate entrare in campo una pistola e la storia riprende vita. E’ cosi che pensano gli sceneggiatori quando il loro plot comincia ad arenarsi. E lei diventa per un attimo la protagonista spiazzando tutti. Movimento infernale. Inseguiamo sempre qualcosa o qualcuno, o ne siamo inseguiti. Anche nella vita reale pistola o no e’ sempre cosi’. Sospinti verso. Nei film le strategie dell’inseguimento sono diverse , dipendono infatti dalle differenti culture. E furono oggetto privilegiato di un lungo corso che tenni all’universita’ dell’Aquila in collaborazione con la lanterna magica.
Anni dopo fu docente dell’Accademia dell’immagine Sergio Bazzini, importante sceneggiatore di un importante film come Dillinger e’ morto di Marco Ferreri. In questa storia l’azione e’ dilatata, lenta, e a cincischiare con la pistola e’ Michel Piccoli. Non c’e’ movimento e la concezione filmica europea, anche in questo caso sempre intrisa di un profondo senso di angoscia esistenziale, sovraespone quest’ultima confinando tutto il resto. Prendete ora la stessa pistola, mettetela in mano a un protagonista di film made in USA e vi accorgerete che tutto si ribalta.
Eppure quel senso di angoscia resta ugualmente vivo, ma e’ solo sullo sfondo, perche’ cio’ che interessa e’ la storia e sopratutto un continuo colpo di scena dopo l’altro. Diciamo che in questo caso gli americani hanno un certo pudore a dichiarare apertamente la metafora del film, in altri termini a sbatterti in faccia il suo profondo significato. Ma se il loro lavoro riesce non ce n’e’ per nessuno! Fanno spettacolo, si fanno capire da tutti e nello stesso tempo cio’ che il regista vuole trasmettere al pubblico e’ salvo. Anche perche’ una volta assunta questa posizione culturale sono poi i generi cinematografici che loro padroneggiano a dare una mano, anche quando rivisitati in modo autoriale. ( Semplificando: Celine contro Dickens, e quest’ultimo vince. )
Significativi in ogni caso, europei o no, tutti gli esempi di film noir. Prima del sisma passai una mia idea alla lanterna magica: perche’ non creare un evento intorno al Noir, tutta una notte noir la piu’ lunga dell’anno il 21 dicembre dal primo imbrunire all’ alba? Una serie di spettacoli, dalla musica alla letteratura al cinema al fumetto alla moda e chi piu’ ne ha ne metta. Una notte noir da anteporre alla notte bianca, unico caso internazionale. Ne uscirono due sole edizioni ma molto interessanti e con grandi protagonisti italiani. I giornali e le tv accolsero bene. E poi?
E poi anche questa produzione fini’, come sempre, come tutto il resto. Una maledizione. Sempre l’approssimarsi di una dipartita, una incompiuta dopo l’altra. Eppure ho sempre cercato con delle idee di rendere piu’ prestigioso un marchio, si trattasse dell ‘Accademia dell’immagine o della lanterna magica o ancora della film commission. Sono difficili da spiegare certe disattese fuori dalle nostre mura. Un mio amico diceva: e’ andata talmente bene che non si puo’ rifare! Ma siccome una scusa per la morte prematura bisogna pur trovarla, buttiamola su qualcosa o qualcuno purche’ depisti la verita’. Ragazzi, sapete che vi dico? E’ davvero arduo continuare a scrivere se le cose vanno cosi’, perche’ prima o poi non avremo piu’ storie, non quelle dei film ma le nostre , quelle reali.
Cosa ci racconteremo e voi cosa racconterete da vecchi ai vostri nipotini? Togli oggi che togli domani la nostra citta’, troppo spesso in mano a apologeti di un dio selvaggio e distruttivo, rischia di non essere piu’ ” Un paese per giovani”. Pensate non sia cosi’? Oppure anche se e’ cosi’ mi direte che bisogna pur sopravvivere! Bene. Allora non vi resta che movimentare freneticamente le vostre vite, riempirle di qualcosa di intrigante che vi butti nella mischia e non vi riduca a dire come Gaber, sai che c’ e’ oggi mi faccio uno shampoo. Quanto a me, contravvenendo a Vasco Rossi voglio una vita normale, non spericolata. Ma la mia e’ un’altra storia.


21 Settembre 2013

Categoria : Cronaca
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