La Provincia ammazzaprecari
L’Aquila – Acqua bollente sulle piaghe per decine di giovani che, precari da anni alle dipendenze della Provincia, si ritrovano sul lastrico per oscure e gravi decisioni politiche dell’amministrazione. Semina scompiglio la notizia dell’abbandono di altri 30 precari, facenti capo all’ufficio del Centro per l’impiego, che, scaduti i termini per poter tentare di salvarli con emendamenti al decreto Letta riguardante anche il precariato, hanno appreso di essere rimasti fuori. E, a quanto pare, per sempre: gettati via.
I trenta di aggiungono ai circa 40 di cui la Provincia si è disfatta alla fine del 2012, tutti precari che avevano lavorato – alcuni anche per lunghi periodi – per la ricostruzione e per il sociale. Anche per loro, iniziative zero, benchè a parere di molti sarebbe stato possibile almeno tentare agganci con i decreti governativi. La macelleria sociale, evidentemente, non interessa minimamente nè i politici, nè tanto meno i sindacati, che sono sempre rimasti muti e muti sono anche adesso, a proposito del Centro per l’impiego.
Amareggia i lavoratori – ormai ex – la sola ipotesi che qualcuno, in Provincia, si accinga a impegnarsi nell’agone elettorale in vista delle regionali. Se avvenisse, vi sarebbero reazioni: inammissibile costruire percorsi elettorali mantenendo alle spalle falcide di lavoratori che si sarebbe almeno dovuto tentare di sostenere. Come ha fatto il Comune dell’Aquila, dove le cose sono andate ben diversamente e nessun morto o ferito è stato lasciato sul campo. Politica significa prima di tutto pensare alla gente, ma questo in Provincia non lo sanno: c’è chi dovrà impararlo.
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