Le mani nelle tasche degli aquilani
L’Aquila – Riceviamo da Emidio Di Carlo giornalista indipendente: “La diffusa abitudine del Governo Centrale a mettere le mani nelle tasche degli italiani, con balzelli d’ogni natura, che stracolmano i conti bancari dei politici italiani, loro familiari e affiliati, trova riscontri anche nell’amministrazione della nuova “Pompei d’Abruzzo”. L’”Amministratore Delegato” di turno (ovvero il Sindaco Cialente), forte dell’indifferenza-consenso del suo manipolo di collaboratori chiamati a Palazzo, non fa pagare i conti sospesi nei confronti delle famiglie dei “terremotati”. Per la cronaca va ricordato che a numerosi “poveri aquilani”, già proprietari d’immobili inagibili e oggetto della “ricostruzione” è stato imposto il pagamento per il trasloco e deposito dei propri mobili residui, con l’impegno, su presentazione di fattura, pre-pagata alla Ditta interessata dal problema, al rimborso entro sei mesi dalla data di presentazione della documentazione all’Ufficio comunale speciale”. In verità le fatture consegnate sono sommerse da un ricco strato di polvere. Cialente, troppo impegnato su due fronti lavorativi (effettua il doppio servizio al Comune e alla ASL per assicurarsi la giusta futuro pensione), non fa spolverare i documenti depositati negli armadi dell’ufficio speciale; in fondo i soldoni sono stati (da altri) incassati. In pratica, come neo Ponzio Pilato sul problema si lava le mani lasciando così intendere che la “politica dei rimborsi” non avrebbe più ragione d’essere; insomma: a suo tempo fu un mezzo strategico per estorcere, alle famiglie dei soliti “poveri aquilani”, gli ultimi risparmi o per farle indebitare attraverso prestiti dai nuovi “monte dei paschi” o da “usurai”. In linea con la “tempistica vocazione canora” del Sindaco non ci resta che il “canto”: “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato, ha dato, scordammoce o passato tutti quanti paisà”.
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